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Marcell Jacobs - Foto Grana/FIDAL
Dopo la vittoria storica alle Olimpiadi di Tokyo, dall’estero sono più volte piovute accuse di doping ai danni di Marcell Jacobs. Un attacco proveniente da più fronti, con l’unica “colpa” di aver sbaragliato la più quotata concorrenza. Voci malevole che non si sono placate nemmeno negli ultimi mesi, come in occasione dei Giochi di Parigi 2024. Intercettato da Le Iene sul campo di allenamento a Jacksonville, in Florida, il velocista azzurro ha spiegato di aver “pagato un prezzo dopo Tokyo, perché sembrava impossibile che un italiano potesse vincere”. Una calunnia che, però, “non mi ha mai minimamente toccato”.
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Jacobs: “Tortu mi ha aiutato a diventare l’atleta che sono oggi”
Marcell, che ha scelto gli Stati Uniti per ritrovare la forma, ha fatto sapere nelle scorse ore che rinuncia a partecipare agli Europei indoor di Apeldoorn, in Olanda. Una scelta frutto sia dei postumi dell’influenza ma, soprattutto, di un ritardo di condizione. L’appuntamento, comunque, è già fissato alle prime tappe della Diamond League, ovvero il 26 aprile a Xiamen, in Cina. “Siamo venuti dall’altra parte del mondo per allenarci nel miglior modo – ha spiegato -. Sono un po’ scappato, mi sentivo perso e avevo bisogno di cambiare tutto”.
Il ritorno negli Stati Uniti è stato anche un po’ il modo di parlare della figura del padre, che lo lasciò da bambino: “Non ho mai avuto una figura paterna nella mia vita e quindi ho sempre avuto questa paura inconscia che, se non facevo bene le cose, le persone a cui volevo bene mi potessero abbandonare. È andato in missione in Corea e quando è tornato non era più lo stesso. Non voleva più sapere niente di nessuno”. Poi, al termine di un percorso psicologico, Marcella ha riallacciato il rapporto: “Mi sono sentito un po’ più leggero. Quando però non si è presentato al mio matrimonio all’inizio ci sono rimasto male, poi ho capito che per lui sarebbe stato troppo”.
Infine, a Jacobs è stato chiesto un commento sul rapporto con Filippo Tortu: “È sempre stato uno di quelli che mi ha aiutato a diventare l’atleta che sono oggi. All’inizio lo subivo molto: per quanto mi impegnassi, lui riusciva sempre a battermi. Io cercavo di migliorare, di dare qualcosa in più, ma lui era sempre davanti. Poi, quando ho fatto quel passaggio mentale che mi serviva, sono diventato il numero uno al mondo”.
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Atletica, Stefano Mei sicuro: “Abbiamo già la squadra per Brisbane 2032”
Intanto, nel fine settimana si sono tenuti gli Assoluti indoor di Ancona, un evento che ha registrato una grande partecipazione di pubblico. Non solo, perché dal PalaCasali ci sono state importanti conferme da parte degli atleti giovanissimi, tanto che il presidente della Fidal, Stefano Mei, parla già di squadra pronta per le Olimpiadi di Brisbane 2032: “Gli Assoluti hanno confermato che, dietro le due generazioni di campioni già protagonisti sulla scena internazionale, se ne sta affermando una terza, fatta in qualche caso addirittura di sedicenni, che ci sorprende per la rapidità con cui sta avvicinando prestazioni di livello assoluto. Qualcuno aveva storto il naso per le troppe assenze dei big, del resto mai come quest’anno il calendario è compresso, ma su questo fronte abbiamo già in mente dei correttivi in vista della prossima edizione. La risposta migliore l’ha data chi ha voluto onorare l’impegno, garantendo, in pista e in pedana, due giorni di grande spettacolo”.
Infine, un commento sugli Europei indoor e, appunto, sull’assenza di Jacobs: “L’atletica italiana gode di ottima salute e meravigliose prospettive. Aspetto le scelte del direttore tecnico per avallarle, ma possiamo già dire che sarà una spedizione molto, molto competitiva, e in più discipline. L’assenza di Jacobs è un dispiacere per noi tutti ma soprattutto per lui, perché dovrà saltare un altro appuntamento importante. Mi auguro di poter tornare presto a commentare una sua performance in pista”.