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“Abbiamo notato un problema alla gamba destra, che non va veloce come la sinistra, non si può dire che freni, ma sicuramente va al traino, non è al servizio del movimento. L’estrazione di un dente del giudizio ha migliorato la postura. In più gli abbiamo cambiato la partenza che creava dei buchi nella sua azione. Il suo piede resta a terra pochissimo, 0.79. Marcell sulla pista scivola, ha gambe lunghissime, un’ampiezza naturale, tipo Bolt, è capace di correre decontratto, questa è la vera differenza, soprattutto nell’ultima parte di gara”. Paolo Camossi, il coach di Marcell Jacobs, in un’intervista a Repubblica spiega i segreti del campione olimpico. E ancora: “Ho allenato una decina di atleti di vertice – racconta – ma Jacobs è il mio primo campione olimpico. Negli ultimi due anni ho mandato all’aria tutti i grandi dogmi dell’atletica italiana. Il mondo è cambiato, la tradizione va interpretata, non ripetuta. Così ho passato le notti a studiare i video di centinaia di sprinter: Bolt, Gatlin, Powell, Greene, Bailey, Lewis. Ho seguito anche le donne, Thompson Perec, Arron, perché corrono meglio, anche se con meno forza”. Poi ha concluso: “Facciamo poca palestra, anche se Marcell a volte si mette a fare il gradasso, io cerco di non annoiare troppo l’atleta, e di non gravarlo di esercizi”.
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