Indecifrabile come un fisico che lo ha reso immortale, ma che lo ha anche tradito in due momenti importanti della sua carriera. Al campione olimpico di Tokyo 2020 Gianmarco Tamberi basta una frase enigmatica pubblicata sui social per tenere il mondo dello sport in ansia: “Forse è arrivato il momento di prendere quella decisione…”. Il pensiero di tutti è andato inevitabilmente all’ipotesi del ritiro alla luce di un contesto delicato, ma quel “forse” lascia tutto aperto e “quella decisione” potrebbe riguardare anche altro: vita privata, in primis. Difficile dirlo, anzi impossibile. Ad oggi c’è una frase buttata in pasto ai social ed è troppo poco per capire cosa passi nella testa di un campione che ha sempre avuto un modo istintivo di comunicare. Quel che è certo è che quella di Parigi 2024 nella sua testa doveva essere “l’ultima vera gara” della carriera, ma quanto successo in Francia nei giorni antecedenti all’appuntamento clou di salto in alto – tra febbre e calcoli renali – ha cambiato le ambizioni, i piani e le prospettive. Una botta tremenda, anche più dura di quella del 2016, quando la lesione del legamento della caviglia sinistra gli tolse il sogno delle Olimpiadi di Rio. A Tokyo entrò nella leggenda, scacciando via fantasmi e paure, le stesse che si sono ripresentate allo Stade de France.
Quella finale – disputata in condizioni precarie con l’undicesima posizione finale – non gli è andata giù. E non potrebbe essere altrimenti per un atleta che ama e rispetta il suo lavoro e che a quell’appuntamento aveva dedicato tre anni di sacrifici. Lo scorso agosto, nella conferenza stampa di presentazione del Golden Gala, aveva ammesso di aver sentito “una voglia che mi spinge a ricominciare e a mettermi in gioco per i Mondiali di Tokyo (13-21 settembre 2025, ndr) del prossimo anno”. Una frase che sembrava spazzar via definitivamente i dubbi sull’immediato, ma non quelli legati a Los Angeles. Gianmarco Tamberi – che nel 2028 avrà 36 anni – però non lascia nulla al caso: se prende una strada, va avanti dritto. “Ci sono mille dinamiche. Devo riprendere le carte in mano e capire se è fattibile – aveva detto a Roma -. Se punto sull’atletica e decido di andare avanti, non riesco a guardare a piani B e altre cose. L’unico modo per decidere di puntare sul Piano A è fare di tutto perché quel piano A abbia tutte le risorse. Così sarà per Los Angeles se deciderò che quella è la mia strada”. Cinque mesi dopo il tema è ancora d’attualità e lo sarà a lungo.