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“Una ferita per tutta l’Italia e per tutta la Sardegna in generale. Per chiunque abbia praticato lo sport e lo ami è uno dei più grandi esempi di umanità, di valore e di amore per la squadra e la maglia. Ha insegnato cosa voglia dire sentirsi a casa e mi ha lasciato con il cuore distrutto”. Lo ha detto Filippo Tortu ai microfoni di Radio Sportiva, ricordando Gigi Riva, lo storico attaccante del Cagliari scomparso nella giornata di ieri. “Io caratterialmente mi sono sempre sentito simile a lui – dice ancora lo sprinter oro olimpico della 4X100 -, molto riservato ma allo stesso tempo semplice nelle relazioni e nel rapporto con la città. Pur non essendo nato in Sardegna come me, era diventato uno sardo vero, e per me è stato e sarà ancora parte importante della mia vita”. Nato in Lombardia come Riva, ma legato all’isola, anche per via delle origini paterne: “Questa è qualcosa che io provo tutti gli anni – sottolinea Tortu -. Quando devo preparare una gara importante vado a farlo in Sardegna, perché lì mi sento accolto e a casa e questo mi fa stare bene. Non è una cosa scontata, la gente ti considera parte integrante del popolo sardo e lui, Riva, ha provato le stesse cose”.
E poi “l’impresa di quello scudetto del 1970 è qualcosa di straordinario e ancor di più è l’essere rimasto a Cagliari, sottolineando come non ci sia solo una componente sportiva ma anche di cuore, emozione e appartenenza”. “Riva non ho avuto mai il piacere di conoscerlo, ma è stato uno sportivo che mi ha affascinato molto. Se devo pensare a un momento che mi è rimasto impresso – aggiunge -, forse dico il suo infortunio alla gamba in Nazionale: ha fatto capire che non avrebbe mai tolto la gamba nel difendere la maglia dell’Italia. Mi ha lasciato sempre molto impressionato questo dare tutto per quello che si ama, qualcosa che ogni sportivo dovrebbe avere bene in testa”.
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