Andy Diaz è stato uno dei principali ospiti dell’ultima giornata del Festival dello Sport 2024, andato in scena a Trento. Il saltatore azzurro ha raccontato con grande emozione la sua incredibile avventura e il suo rapporto molto intenso con l’Italia e con l’allenatore Fabrizio Donato. La medaglia di bronzo nel triplo alle Olimpiadi di Parigi è solo la punta di un iceberg che è stato costruito con grande determinazione nel corso degli anni, come spiega il diretto interessato.
“Dopo i Giochi di Tokyo nel 2021 scappai da un aeroporto spagnolo, dove facevamo scalo con la delegazione di Cuba – racconta Diaz – Con me avevo solo le scarpe chiodate per allenarmi e poco altro. Mia madre aveva lavorato in Europa, così mi ha spinto ad andare. Prima da un conoscente, poi sono arrivato in Italia dove ho trovato diverse sistemazioni di fortuna. A Roma sono stato tre notti su un marciapiede, in attesa di regolarizzare la mia posizione.” Poi l’incontro con Fabrizio Donato, anche lui sul podio olimpico nella sera del 9 agosto ma con dodici anni di anticipo rispetto a Diaz.
“Per me e mia moglie Patrizia è come il figlio maschio che non abbiamo – spiega l’ex triplista e attuale allenatore – Ero molto sospettoso quando Andy mi ha contattato con una telefonata via Instagram, parlava solo spagnolo e non mi ricordavo di lui anche se avevamo gareggiato contro ai Mondiali indoor di Birmingham 2018. Parlai con mia moglie e alla fine scegliemmo di ospitarlo, entrambi sappiamo che lo sport è anche solidarietà.” Da lì tutto a grande velocità, con la pratica per la cittadinanza e la possibilità di vestire la maglia azzurra.
Adesso un nuovo futuro, tutto da scrivere: “Oggi non potrei essere più felice, l’Italia mi ha dato una seconda possibilità sia nella vita che in pedana. Le emozioni di Parigi non le dimenticherò mai, ma adesso voglio vincere tutto e arrivare perchè no al record del mondo. Al Gran Premio di Monza ho incontrato il figlio di Jonathan Edwards, gli ho detto che il record di suo padre ha i giorni contati.”