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“Non voglio vergognarmi perché sono diversa”. Caster Samenya, la mezzofondista sudafricana affetta da iperandrogenismo, è tornata a parlare ai microfoni della BBC. La velocita è intervenuta sulla sua discussa esclusione dalla distanza preferita dell’atletica leggera perché ha rifiutato il trattamento ormonale per abbassare i suoi livelli di testosterone, venendo per questo motivo riconosciuta vittima di discriminazione in primo grado dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: “Alla fine, so di essere diversa. Non mi interessano i termini medici e quello che mi dicono. Essere nata senza utero o con testicoli interni. Non sono meno una donna. Queste sono le differenze con cui sono nata e le accetto. Non mi vergognerò perché sono diversa. Ormai nello sport ho vinto tutto ciò che volevo, e adesso, per quanto mi riguarda, non permetterò a certi leader che entrano nella nostra attività di distruggerla. Il mio obiettivo è dare potere alle donne e assicurarmi che abbiano voce”, ha aggiunto parlando della sua lunga battaglia legale con World Athletics.
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