Dopo il verdetto del Tas, i legali di Schwazer si appellano al Tribunale federale svizzero. È pronto il ricorso predisposto dai legali di Alex Schwazer, campione azzurro di marcia, per chiedere una sospensiva della sentenza di Rio che squalificò il marciatore per otto anni per il caso doping. Ad annunciarlo è lo stesso azzurro: “Sarà inviato in settimana“. Le possibilità di successo del ricorso sono minime poiché difficilmente la giustizia svizzera ha smentito il Tas, l’ultimo episodio in “campo italiano” qualche mese fa con il ricorso di Sara Errani respinto (per condanna sportiva). Ma come spiegato nella lettera di Donati (clicca qui per saperne di più) di pochi giorni fa, Alex vuole farsi trovare pronto e di recente ha ripreso gli allenamenti con la speranza di poter partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo: “D’altronde non ho mai mollato del tutto, avevo smesso di marciare ma ho continuato a correre“.
La norma prevede un tempo massimo di tre mesi per il ricorso ma i legali citeranno la novità evidenziata nell’ordinanza del Gip Walter Pellino con il nuovo supplemento di indagine per ipotesi di manomissione della provetta che portò alla positività al testosterone. “Abbiamo trovato una soluzione. Si tratta di un controllo aggiuntivo da parte nostra, su ogni campione che mi verrà prelevato – ha sottolineato Schwazer in un’intervista a La Repubblica – La Wada non l’accetterà mai, ma servirà per tutelarmi da eventuali manomissioni. Io comunque sono disponibile a sottopormi a qualsiasi test“. E infine su Tokyo 2020: “A forza di prendere legnate sono diventato realista e cauto. Se accettano il ricorso, ci provo. Altrimenti vado avanti con la mia vita. Per ora l’unico annuncio da fare è che ho ripreso a marciare ma non è che faccio l’atleta a tempo pieno. Continuo a lavorare a Racines e mi alleno nel tempo libero“.