Atletica

Caso Schwazer: laboratorio Colonia consegna campione B aperto, poi cambia idea

Alex Schwazer - Foto Colombo/FIDAL

Il laboratorio di Colonia ha consegnato le provette contenenti le urine di Alex Schwazer al perito del giudice di Bolzano Giampietro Lago, comandante del Ris di Parma. Lo si apprende da fonti vicine al marciatore altoatesino, squalificato per doping nell’agosto del 2016 alla vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. La consegna dei due campioni, sui quali sarà effettuato il test del Dna per verificare che non siano stati alterati, è avvenuta dopo alcune resistenze da parte del laboratorio tedesco. Nell’incontro avvenuto oggi a Colonia, infatti, i rappresentanti del laboratorio hanno consegnato subito il campione A e hanno poi presentato un campione B aperto spiegando che si sarebbe trattato di un residuo dell’urina utilizzata nel luglio 2016 per le controanalisi. Una spiegazione surreale.

Di fronte alle proteste del comandante Lago e dell’avvocato di Schwazer, Gerhard Brandstaetter (per l’ex marciatore era presente anche il genetista Giorgio Portera), i rappresentanti del laboratorio hanno inizialmente opposto resistenza ma dopo una lunga discussione hanno consegnato il vero campione B, congelato e sigillato. Le urine sono state dunque scongelate davanti a tutti e ne sono stati prelevati i sei millimetri che saranno analizzati a Parma insieme ai nove millimetri del campione A. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti della Federazione internazionale di atletica leggera ma non quelli dell’Agenzia mondiale antidoping.

 

 

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