Gianmarco Tamberi è stato tra i protagonisti in positivo nel corso della pandemia di coronavirus e del lockdown stringente con cui ha dovuto fare i conti l’Italia. Il saltatore in alto ha provato a guardare il bicchiere mezzo pieno durante l’emergenza ed è stato spesso impegnato in dirette social molto interessanti. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport l’azzurro spiega il proprio pensiero sulla ripartenza dello sport, tracciando un parallelismo tra il calcio e l’atletica: “Occorre reagire, rimettersi in gioco. Da tutto si può si tornare, tranne che dalla morte: poi bisogna aver la fortuna di trovare persone giuste che ti accompagnino. Non sono invidioso del fatto che il calcio riparta, capisco la differenza tra i due mondi. Spero solo, proprio pensando a chi ha subito certe perdite, non si sia data un’accelerazione eccessiva dettata da motivi economici. Ma sono certo che si siano fatte tutte le valutazioni. Salvo contrordini gareggerò giovedì 18 ad Ancona, domenica 21 a Formia in circostanze simili e giovedì 25, ancora ad Ancona, in una sfida virtuale contro il bahamense Jamal Wilson, 2.33 in febbraio, il tedesco campione europeo Mateusz Przybylko e Stefano Sottile”.
Una delle tante dirette divertenti di Tamberi nel periodo della quarantena è stata quella in compagnia di Rocco Siffredi. Jimbo rivela alcuni aneddoti: “Con Rocco Siffredi, la più divertente. Il figlio Leonardo, che ha una ventina d’anni, fa atletica. Ha 8’04 sui 60 hs e 2.02 in alto. Rocco mi ha scritto, chiedendomi qualche consiglio. Ci siamo sentiti ed è nata l’idea. Ognuno, nella vita, fa le scelte che più crede opportune. Io ho scoperto un uomo intelligente. E so che potrà far sorridere. Ma abbiano anche trovato punti di contatto. Sapete come la penso sul doping: ecco, nella sua professione lui ha sempre rifiutato pillole e punture”.