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Gianmarco Tamberi ha rilasciato un’intervista all’AGI, a pochi giorni dall’inizio degli Europei indoor di atletica leggera a Torun, al via il 4 marzo proprio con le qualificazioni del salto in alto. Un appuntamento molto importante per proseguire sulla scia di quanto fatto agli Assoluti di Ancona, dove Tamberi ha saltato 2.35 metri, e con vista alle Olimpiadi di Tokyo, culmine della stagione. Un appuntamento che “Gimbo” aspetta dall’infortunio alla caviglia nel 2016 durante la Diamond League a Montecarlo. “I giorni successivi l’infortunio sono stati un incubo, non mi capacitavo, piangevo, mi ha aiutato avere l’obiettivo delle Olimpiadi di Tokyo, era un mantra che mi rimbombava“, ricorda Tamberi. Che prosegue: “Lo scorso 24 marzo quando hanno deciso di posticipare le Olimpiadi confesso che qualche lacrima mi è scesa. Avevo detto a mio papà ‘oggi non mi alleno’, ma il giorno dopo sono tornato a saltare. Il desiderio non era quello di accontentarmi ma di tornare tra i primissimi al mondo. La prima volta che sono stato davvero felice dopo l’infortunio è accaduto nel 2018, dopo il 2,30 ad una gara in Germania, e la seconda ad Ancona pochi giorni fa”. Ad Ancona si è lasciato andare ad un urlo liberatorio: “Quell’urlo è stata una liberazione, dopo quasi cinque anni dovevo liberarmi perché sono stati anni difficili, i primi due di frustrazione”. Tamberi spiega anche il modo in cui vive le gare: “In allenamento faccio schifo, la gara mi stimola e mi carica. È un mio pregio perché sono un agonista nato“. Infine, uno sguardo agli Europei di settimana prossima: “Sarà una gara molto divertente con l’ucraino Protsenko ed il bielorusso Nedasekau siamo i primi tre al mondo del 2021: io sono pronto“.
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