![Sebastian Coe](https://www.sportface.it/wp-content/uploads/2025/01/Sebastian-Coe-2025-1024x683.jpg)
Sebastian Coe - Foto PA Wire/PA Images/IPA
Le donne dell’atletica leggera che intendono competere nella categoria femminile d’elite dovranno presto dimostrare di essere effettivamente donne a livello biologico tramite l’introduzione, per ora solo proposta e non ancora operativa, di un tampone buccale. E’ una delle nuove regole proposte da World Athletics, la federazione mondiale d’atletica, che sta consultando le atlete sull’impatto delle modifiche proposte ai suoi regolamenti sull’idoneità delle donne transgender e delle atlete con differenze di sviluppo sessuale (DSD).
Alla base delle nuove proposte quella di trattare allo stesso modo sia le atlete transgender che le donne biologiche ma con DSD: di conseguenza, le atlete che vorranno competere nella categoria femminile d’élite sarebbero così tenute a dimostrare di essere biologicamente donne tramite un tampone. Il test sarebbe effettuato soltanto una volta nella loro carriera e andrebbe a cercare il gene SRY, presente sul cromosoma Y maschile e utilizzato come marcatore altamente accurato per il sesso biologico. Non solo: un particolare esame del sangue sarebbe inoltre utilizzato per determinare i livelli di testosterone di un atleta.
Le proposte sono state sviluppate da un gruppo di lavoro su atleti di genere diverso e il periodo di consultazione proseguirà per qussi un mese, fino al 5 marzo. Una successiva riunione del Consiglio mondiale di atletica a marzo, ricorda l’Adnkronos, dovrebbe stabilire l’eventuale data per l’introduzione delle nuove normative. Allo stato attuale, le norme per le atlete DSD prevedono che per competere in qualsiasi evento femminile internazionale queste debbano ridurre il loro livello di testosterone al di sotto di 2,5 nmol/L per almeno sei mesi. In precedenza, questo requisito si applicava solo alle atlete che gareggiavano su distanze comprese tra 400 metri e il miglio. Dal 2023 qualsiasi atleta che abbia attraversato un qualsiasi periodo della pubertà maschile non più competere nella categoria femminile.
![Sebastian Coe](https://www.sportface.it/wp-content/uploads/2023/06/Sebastian-Coe.jpg)
Florence, Italy, June 02, 2023, Athletics Internationals
Diamond League – Golden Gala
Image shows:
during the Golden Gala Pietro Mennea 2023 on June 2, 2023 at the Stadio Luigi Ridolfi in Florence, Italy.
LiveMedia – World Copyright
LE PAROLE DI COE
Sembra proprio che la discussa novità possa presto andare in porto, anche perché il presidente della World Athletics, Sebastian Coe, peraltro candidato alla presidenza del CIO in sostituzione di Bach, ha fatto della protezione della categoria femminile nello sport proprio uno dei punti programmatici del proprio manifesto elettorale al comitato olimpico internazionale. Coe è stato chiaro sul tema: “Sebbene le nostre attuali normative di ammissibilità per atleti DSD e transgender siano solide e basate sulle nozioni scientifiche disponibili al momento della nostra ultima consultazione, da allora sono emersi diversi sviluppi scientifici in questo campo ed è nostro compito, in quanto organo di governo globale per l’atletica, garantire che le nostre linee guida siano al passo con le ultime informazioni disponibili per mantenere un campo di gioco equo e livellato nella categoria femminile. Preservare l’integrità della competizione nella categoria femminile è un principio fondamentale dello sport dell’atletica e non vediamo l’ora di questo processo di consultazione collaborativa con i nostri principali stakeholder in questo settore”.Â
Coe, che ha anche ammesso di essersi sentito a disagio per la vittoria di medaglie olimpiche della boxe – il riferimento è anche a Imane Khelif – da parte di atlete con DSD precedentemente escluse dalla propria federazione internazionale (la IBA, fuorilegge però per il CIO) dai Mondiali. Non solo. Coe la settimana scorsa ha risposto su X in modo chiaro a un post che si riferiva alla decisione di Donald Trump di vietare agli atleti transgender di praticare sport femminili negli Stati Uniti: “Preservare l’integrità della competizione nella categoria femminile è un principio fondamentale dello sport dell’atletica e, come sappiamo, tutto inizia nelle scuole. Stabilire politiche chiare e inequivocabili è un primo passo fondamentale”.