“Sapevo di non essere al 100%. Non sto benissimo, ma ho voluto essere qui in ogni modo possibile. La partenza non è mi è dispiaciuta e nemmeno la prima parte di gara. Ma nel momento in cui di solito tiro fuori il meglio, il problema fisico che mi accompagna non mi ha permesso di tirar fuori la mia vera corsa, di lasciarmi andare, di avanzare come son solito fare. Mi son sentito un altro me. Limitato“. Così Marcell Jacobs commenta la batteria dei 100 metri corsa in 10″04 ai Mondiali di atletica leggera, in corso di svolgimento ad Eugene, in Oregon. “Quando ho visto Seville andar via, mi sarei dovuto indurire per provare a recuperarlo – ha proseguito l’allievo di Paolo Camossi ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -. Ma ho capito che ero in una buona posizione per il passaggio del turno e ho preferito lasciar perdere. Ora trascorrerò la notte in fisioterapia per cercare di ripresentarmi al meglio“.
Non sarà facile per il campione olimpico accedere in finale con una concorrenza più agguerrita che mai. “Sarà dura, sarà durissima – sottolinea Jacobs – ma sono qui e mi butto. Ho visto i miei avversari correre veramente forte: ma sarà un altro giorno e cercherò di svegliarmi meglio. Con Paolo ci eravamo detti che se avessi sentito molto male mi sarei fermato, se ho finito è perché la situazione non è così grave, è gestibile. Avrei certo margini se non avessi dolore, ma così“. Il bresciano deve fare i conti con una condizione ben lontana dalla perfezione, mentre hanno impressionato fin dalle batterie gli statunitensi. “Non avevo dubbi – ha spiegato Jacobs –: sono in casa e dopo la batosta dello scorso anno hanno rimesso in piedi le cose. Questo stadio, con la pista a ridosso della tribuna, è bellissimo. Voglio farmi ispirare“.