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Quattro medaglie per l’Italia ai Mondiali di atletica di Budapest 2023 e tanti primati personali e nazionali, a certificare una prestazione di squadra che fa ben sperare per il futuro, soprattutto in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024. Il Bel Paese infatti non conquistava quattro medaglie dall’edizione di Edmonton 2001 (un oro, un argento, due bronzo) e sono 13 piazzamenti tra i primi otto come successe a Siviglia 1999. Da sottolineare anche lo storico poker di finali per le staffette azzurre: per la prima volta l’Italia è approdata alla finale iridata con 4×100 e 4×400 metri, sia maschili che femminili. Prima storica finale iridata anche per il salto con l’asta femminile italiano, grazie ad Elisa Molinarolo capace di migliorare il record italiano (4.65) per poi chiudere al nono posto nell’atto conclusivo.
Primato nazionale anche per Ayomide Folorunso, che taglia il traguardo in 53″89 nella semifinale dei 400 metri ostacoli (sesto posto in finale). Folorunso contribuisce poi al record italiano della 4×400 femminile, (con Alice Mangione, Alessandra Bonora e Giancarla Trevisan), che stacca il pass per la finale iridata tagliando il traguardo in 3’23″86. Strepitosa anche la 4×100 femminile di Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese, che con il nuovo record italiano in 42″14 accede alla finale, dove chiude al quarto posto, miglior piazzamento di sempre per una 4×100 azzurra ad un Mondiale. Dosso si toglie anche la soddisfazione di eguagliare nei 100 metri il record italiano di 11″14 che Manuela Levorato stabilì nel 2001.
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MEDAGLIE DA SOGNO A BUDAPEST 2023
L’Italia, come detto, ha conquistato quattro medaglie (un oro, due argento, un bronzo) chiudendo al tredicesimo posto nel medagliere. La copertina azzurra di questi Mondiali di Budapest 2023 va al capitano Gianmarco Tamberi, trionfatore nel salto in alto che ha così completato il Grande Slam di medaglie d’oro: Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Tamberi si conferma dunque punto di riferimento per la squadra tricolore, così come Antonella Palmisano, che dopo l’oro di Tokyo 2020 è tornata sul podio iridato con uno splendido bronzo nella 20 chilometri di marcia.
Torna sul podio dopo l’oro delle Olimpiadi di Tokyo 2020 anche la staffetta 4×100 metri maschile, che con una formazione rinnovata conquista la medaglia d’argento. Roberto Rigali, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu hanno chiuso in 37″62, dietro solo agli Stati Uniti e davanti alla Jamaica. Medaglia d’argento anche per Leonardo Fabbri, che tira fuori dal cilindro un lancio da 22.34 metri e si inserisce tra gli statunitensi Crouser (oro) e Kovacs (bronzo) nel getto del peso.
CONTROPRESTAZIONI DA LEZIONE PER IL FUTURO
Ai Mondiali di Budapest 2023 non è mancata qualche controprestazione, ma non si tratta di delusioni. C’è del rammarico per il mancato accesso nelle semifinali dei 200 metri di Filippo Tortu e Fausto Desalu (primi due esclusi) e per il ritiro di Massimo Stano nella 20km di marcia. Il campione olimpico in carica aveva puntato molto sulla distanza più corta, ma è inciampato in una giornata “no”, per poi rifarsi parzialmente con il settimo posto nella 35km. Stagione difficilissima dal punto di vista fisico invece per Marcell Jacobs, uscito di scena in semifinale nei “suoi” 100 metri ma comunque pedina fondamentale della staffetta. Difficile quest’anno chiedere di più al velocista campione olimpico. Ci si poteva aspettare qualcosa in più da Daisy Osakue nel disco e da Emmanuel Ihemeje nel triplo, ma il loro obiettivo principale era entrare in finale e quello è stato raggiunto.
Tante lacrime per Nadia Battocletti al termine della finale dei 5000m, dove la trentina non è riuscita ad esprimersi come voleva dopo aver però sfiorato il record italiano nelle qualificazioni (proprio nel tentativo di risparmiare energie per l’atto conclusivo). Matteo Furlani non è riuscito ad approdare nella finale del salto in lungo, ma si tratta di un talento classe 2005 che sta facendo le prime esperienze “tra i grandi”. Discorso simile per la saltatrice in lungo Larissa Iapichino, che nella finale iridata non ha mai trovato il giusto feeling e si è “fermata” al quinto posto. Non una prestazione al massimo delle sue potenzialità, ma la 21enne si sta facendo spazio tra le migliori, passo dopo passo. Risultati dunque che fanno ben sperare per il futuro, come sottolineato dal presidente della Fidal Stefano Mei: “Siamo nella direzione giusta non soltanto per Parigi 2024 ma anche per Los Angeles 2028“.
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