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Mo Farah racconta la sua difficile infanzia e l’arrivo in Gran Bretagna. Il mezzofondista, quattro volte campione olimpico nei 5000 e 10000 metri (a Londra 2012 e Rio 2016), ne ha parlato in un documentario prodotto dalla BBC e dai Red Bull Studios, che andrà in onda mercoledì 13 luglio nel Regno Unito. Innanzitutto, Mo Farah ha rivelato che il suo vero nome è Hussein Abdi Kahin. All’età di otto o nove anni, mentre viveva in Somalia con i suoi genitori e due fratelli, fu portato a Gibuti, da cui poi partì con un volo per la Gran Bretagna con una donna sconosciuta e con cui non aveva legami familiari, che lo fece entrare da clandestino (con documenti falsi) dandogli un altro nome, Mohamed Farah.
Mo Farah fu dunque portato nell’appartamento della donna a Hounslow, West London, dove lavorava e faceva le pulizie in cambio di vitto e alloggio. “Per anni ho tenuto questa vicenda nel cuore” ha spiegato il mezzofondista, che finora aveva raccontato di essere arrivato dalla Somalia come rifugiato con i suoi genitori, quando in realtà la sua famiglia non è mai arrivata in Gran Bretagna. Il padre di Mo Farah è stato ucciso quando aveva quattro anni e viveva ancora in Somalia, dove sono rimasti sua madre e i suoi fratelli. Lontananza difficile da gestire, specie per un bambino: “Spesso mi chiudevo in bagno e piangevo” ha rivelato Mo Farah.
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