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Il 2024 per Marcell Jacobs deve essere l’anno della rinascita. Dopo il trionfo di Tokyo le cose non sono andate esattamente tutte nel verso giusto per il campione olimpico, spesso ai box per infortunio. Negli ultimi mesi, dopo il Mondiale corso in extremis, è arrivato il cambio di allenatore e ora lo sguardo non può che essere rivolto a Parigi. “Sono arrivato a 4 centesimi dalla finale mondiale, con soli dieci giorni di allenamento. Quanti ci riuscirebbero? Negli ultimi due anni nessuno ha vinto con un tempo inferiore a 9″80, il mio crono di Tokyo che posso ripetere”. Jacobs ci crede e per questo motivo ha deciso di cambiare tutto o quasi. Addio al suo storico coach Camossi e volo verso gli Usa, agli ordini di Rana Raider: “Ho cambiato praticamente tutto il mio modo di lavorare – racconta a ‘Repubblica’ sulla sua nuova vita a Jacksonville – Alla fine degli allenamenti ero distrutto, non vedevo l’ora di tornare a casa, mettermi nel letto e svegliarmi il giorno dopo. Le prime settimane le ho subite abbastanza”.
In Florida Marcell ha trovato anche importanti compagni di allenamento, con i vari De Grasse, Blake, Bromell e Sani Brown: “Sono i primi a incitarti a dare di più, nonostante sappiano che saremo avversari. Facciamo le ripetute insieme, ci trasciniamo a vicenda, quel che mi è sempre mancato e che ho sempre desiderato. In un gruppo così vedi che non sei l’unico a soffrire, il confronto con gli altri ti porta a spingerti oltre il limite”.
“Un uomo veramente competente, con tanta esperienza. Mi ha illuminato e permesso di vedere gli esercizi in un modo diverso”, dice Jacobs sul suo nuovo coach. Insomma, è sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta: “Negli ultimi due anni volevo vincere tanto e non ci sono riuscito, stavo perdendo moltissimo tempo. Era il momento di cambiare qualcosa. Non sono uno che ha paura di buttarsi in nuove esperienze, di ricominciare tutto daccapo. So che il prossimo anno arrivano le Olimpiadi, sono il campione in carica, non posso perdere tempo. Volevo quelle emozioni, quella felicità che ora posso dire di aver ritrovato”.
Jacobs punta a un storico bis, non solo sui 100 ma anche nella staffetta: “Quello che abbiamo fatto a Budapest è stato importantissimo, abbiamo ricordato il lavoro di anni per vincere l’oro di Tokyo, e quanto ancora siamo forti. Possiamo limare qualcosa, soprattutto nei cambi. Sono sicuro che a Parigi entreremo con lo stesso spirito sapendo che siamo i campioni olimpici e potremo ripeterci”. Il tutto, sognando di essere portabandiera: “Sarebbe qualcosa di incredibile, una seconda vittoria ai Giochi. Ce la giochiamo in tre-quattro, per me sarebbe un onore. Se poi scelgono Tamberi, che ha vinto tutto e se lo merita, mi impegnerò ancora di più per vincere ed essere portabandiera nella prossima Olimpiade”.
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