Il campione olimpico ed europeo Marcell Jacobs, in una intervista rilasciata alla ‘Gazzetta dello Sport‘, racconta le sue sensazione a due giorni di distanza dal 9″92 sui 100 metri fatto segnare nel meeting di Turku, in Finlandia: “Non ho mai dubitato della scelta fatta alla fine della scorsa stagione e del lavoro che stiamo portando avanti: andare fortissimo ad aprile-maggio non avrebbe avuto senso. Diciamo, piuttosto, che aspettavo un tempo simile già agli Europei, ma va bene lo stesso. Ci ho messo un po’ a trovare il ritmo giusto. Quando si cambia radicalmente come ho fatto io è inevitabile. Ma sono esattamente dove avrei voluto essere. E non mi esalto”.
“Se ho margini di progresso? Senz’altro. Come ho detto: unissi le prove di Turku, con i primi 50 metri della batteria e i secondi della finale, uscirebbe la gara quasi perfetta. La differenza la fa il fatto che, avendo modificato la tecnica di partenza e il modo di interpretare le volate, mi mancavano certi automatismi. Prendiamo proprio l’uscita dai blocchi: fino a un paio di gare fa mi concentravo su cosa dover fare, sui dettagli. Adesso, avendoli immagazzinati, l’affronto in modo diretto, quasi spensierato”, ha concluso Jacobs.
Alle parole di Jacobs sono poi seguite quelle dell’altro velocista azzurro, compagno di staffetta, Filippo Tortu: “C’è tanto orgoglio per quanto fatto a Roma, agli Europei, come spedizione azzurra. Si respirava tra di noi un’aria particolare già prima delle gare. Spero che ci porteremo questa euforia a Parigi, ai Giochi Olimpici. A livello individuale ho sbagliato la finale dei 200 ma non sempre le cose vanno come uno se le è immaginate”.
Il 26enne milanese, ai microfoni di Sky Sport, ha poi aggiunto nuovi dettagli in vista delle Olimpiadi di Parigi: “Non ho ancora deciso come fare e cosa fare per avvicinarmi a Parigi al meglio. Adesso riprenderò gli allenamenti: sono molto carico dopo gli Europei e la bella giornata al Quirinale per la consegna del tricolore”.