Marcell Jacobs è tornato sul tetto d’Europa dopo una stagione difficile, 44 anni dopo Mennea. “Non si possono fare raffronti, ognuno ha il suo stile e la sua personalità – ha dichiarato il velocista azzurro in un’intervista alla “Repubblica” -. Sono contento di venire dopo Mennea. Il miglior modo di contare è quello di lasciare una scia, di stimolare chi viene dopo di te”.
“Da bambino volevo essere uno da cui si poteva trarre ispirazione. Io stesso ho delle figure di riferimento: LeBron James, nel basket, uno che viene dal nulla, Lewis Hamilton che ha rivoluzionato la Formula Uno, e Usain Bolt che ha cambiato l’atletica” ha aggiunto Jacobs, che guarda al prossimo appuntamento agli Europei di Monaco: “Dobbiamo difendere il titolo di campioni olimpici con la staffetta. Ai mondiali di Eugene io non c’ero, è stato un dolore l’uscita in batteria. Ma siamo qui per rifarci, anche se non c’è nulla di scontato, perché il testimone lo devi portare fino in fondo”.
“Sono pronto a correre la seconda frazione, il cambio con Patta funziona abbastanza bene, tocca al professor Di Mulo decidere chi sono gli altri frazionisti visto che alla prima uscita Desalu e Tortu non sono disponibili per una questione di orari, essendo loro impegnati nella gara singola dei 200 metri – spiega Marcell -. Poi devo ancora fare programmi. Ma niente meeting della Diamond League, non posso, non ho punti per partecipare, né posso godere di un invito”.
Sul futuro: “Magari correrò in Italia, ma i concorrenti non li scelgo io. L’anno prossimo ai Mondiali di Budapest voglio esserci e rifarmi, quel titolo all’aperto mi manca”.