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“Ho improvvisato questa gara in Kenya che non ha portato benissimo: sono tornato due giorni dopo con ricovero in ospedale ma ci stiamo riprendendo. Ho avuto un piccolo fastidio che ha rallentato il mio programma, un momento complicato; lo scorso anno è successa la stessa cosa ma è andata bene. In queste settimane devo mantenere i miei muscoli all’80% e dalla prossima ripristinare il lavoro completo e gareggiare“. Queste le parole di Marcell Jacobs nell’intervista rilasciata a Tg2 Post, parlando dei prossimi impegni dopo lo sfortunato avvio di stagione, dove è chiamato ad un ruolo da protagonista dopo gli straordinari risultati dello scorso anno, con tanto di doppio oro a Tokyo 2020.
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A proposito di quelle settimane, il velocista azzurro racconta: “Sono arrivato al massimo della mia forma e condizione fisica, avevo fatto un grandissimo lavoro a livello mentale per gestire tutte le pressioni che potevano esserci: è stato quello il mio punto di forza, soprattutto dopo il terzo turno, in cui avevamo già corso due volte. L’abbraccio con Tamberi? Eravamo amici da tanto, abbiamo vissuto tanti momenti simili e difficili nel corso degli anni. Mi ricordo l’Europeo a Glasgow in cui arrivavo da favorito nel salto in lungo, ho fatto tre nulli in qualificazione. È stata l’unica persona che mi ha portato a cena e mi ha detto di non preoccuparmi”.
Infine, un passaggio sugli obiettivi futuri, con uno sguardo ad un’icona del recente passato, Usain Bolt: “Speravo di fare 9.70 già quest’anno. In questo momento Bolt ha messo il limite a quella che può essere la velocità massima in meno tempo possibile. Ma anche lui era un essere umano, magari non sarò io ma un giorno potrebbe esserci qualcuno in grado di batterlo. Ciò che sognavo di più era mettere il tricolore sulle spalle per le vittorie”.
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