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Il trash talking lascia la parola alla pista. E in Cina, a Xiamen, nel meeting di Diamond League, Marcell Jacobs e Fred Kerley sono pronti a vivere quello scontro diretto sui 100 metri profetizzato negli ultimi mesi tra battute e sfottò social. Sabato alle 13:35, ora italiana, saranno in gara. E alla vigilia duettano in conferenza stampa: “Il mio obiettivo era di portare a casa due medaglie”, dice Jacobs. “È arrivata quella in staffetta, però sono comunque felice dopo i problemi che ho avuto e voglio tornare più forte nella prossima stagione. Lo stadio qui è fantastico, la pista molto veloce, non avevo mai visto dieci corsie e sono pronto per domani”, aggiunge.
Spavaldo Kerley: “Quello che è successo a Budapest è alle mie spalle, domani è domani. Siamo qui tutti con un obiettivo comune, vincere. Ma soltanto uno vincerà, e sono io”. E cosa c’era dietro alla scelta di cambiare gamba di partenza in semifinale? “Niente”, è la risposta lapidaria. Negli ultimi mesi il trash talking, a tratti da ring, ha fatto discutere. Per qualcuno stona nel mondo dell’atletica, per altri invece può rappresentare un veicolo di popolarità ulteriore. “È una cosa normale in tutti gli sport, quindi anche nell’atletica”, si limita a dire il texano che quest’anno ha corso in 9.88 ma a Budapest (9.99 e 10.02 nei due turni) non si è qualificato per la finale. Proprio come Jacobs: “Si parla tanto sui social – dichiara Jacobs, 10.05 di primato stagionale che in semifinale ai Mondiali non è bastato – ma è importante per la popolarità del nostro sport. Tra noi due c’è rispetto, ci piace fare questo, è divertente”. Oltre all’oro e all’argento di Tokyo, occhi puntati anche sul giamaicano Ackeem Blake, bronzo mondiale nella 4×100, e sul cinese Xie Zhenye, bronzo olimpico in staffetta, oltre che su Christian Coleman, quinto a Budapest con 9.88 in semifinale e 9.92 in finale.
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