È morto all’età di 78 anni Klaus Wolfermann, atleta tedesco noto per la vittoria della medaglia d’oro nel giavellotto alle Olimpiadi di Monaco del 1972. La scomparsa del giavellottista di Altdorf bei Nürnberg, che tutto il mondo dello sport in Germania piange, è avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì. Lo ha confermato alla Dpa la famiglia dell’uomo.
Il cordoglio dell’atletica
“Wolfermann è stato uno degli atleti più popolari oltre che un grande ambasciatore dello sport olimpico numero uno: aveva una grande personalità” ha dichiarato Idriss Gonschinska, presidente della federazione tedesca di atletica leggera.
L’impresa di Monaco 1972
Non si può parlare di oro olimpico atteso per Wolfermann. Il grande favorito per la vittoria era infatti Janis Lusis, atleta dell’Unione Sovietica, che già quattro anni prima (alle Olimpiadi di Città del Messico 1968) aveva conquistato la medaglia d’oro. In Baviera, invece, a imporsi fu proprio Wolfermann, capace di avere la meglio per soli due centimetri e di stabilire, grazie al suo 90,48, il nuovo primato olimpico. Da quel momento fu ribattezzato “piccolo gigante dal braccio d’oro”.
Una giornata speciale per la Germania Ovest
Quella di Wolfermann non fu l’unica medaglia d’oro vinta nell’atletica leggera dal paese ospitante. Nel giro di un’ora, arrivarono infatti anche i trionfi di Hildegard Falck negli 800 metri e di Bernd Kannenberg nella marcia. Pochi giorni dopo, invece, delle Olimpiadi si parlò solo per l’attacco di un’organizzazione terroristica palestinese ai danni della squadra israeliana, che causò 11 morti.
Fine carriera
Wolfermann ritoccò ulteriormente il suo primato personale, lanciando il giavellotto a 94,48 metri, mentre annunciò il ritiro nel 1978 e proprio in quell’anno vinse il premio Rudolf-Harbig-Gedächtnispreis dell’anno 1978. Si tratta di un riconoscimento intitolato al mezzofondista Rudolf Harbig che dal 1950 viene assegnato annualmente agli atleti tedeschi “degni e meritevoli che, con i loro comportamenti e prestazioni, sono esempio per i giovani”. Dopo l’addio al professionismo, è comunque rimasto vicino allo sport oltre a essere impegnato in attività sociali.