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Sveva Gerevini stabilisce il nuovo record italiano del pentathlon con 4434 punti al meeting si Aubière, in Francia di atletica leggera. L’azzurra si migliora al coperto in ognuna delle cinque specialità e supera così di 11 punti i 4423 del precedente primato di Francesca Doveri (Ancona 2009). Grande progresso della 25enne cremonese rispetto al personale di 4031 stabilito nel 2020 con il successo agli Assoluti di Ancona. Nel meeting internazionale X-Athletics chiude al quarto posto, con la polacca Adrianna Sulek che vince con 4569 davanti a Maria Vicente (4495) e Leonie Cambours (4457). Gerevini apre correndo i 60 ostacoli in 8.50, poi 1,72 nell’alto, 12.18 nel peso, 6.12 nel salto in lungo e infine domina gli 800 metri in 2:09.10 (personale outdoor demolito di oltre cinque secondi).
Nell’eptathlon maschile, Dario Dester è quinto con 5748 nella gara vinta dallo svizzero Simon Ehammer a quota 6289. L’azzurro inizia con il personale nei 60 ostacoli in 8.12, mentre nell’asta non va oltre 4,53 e chiude con 2:45.71 sui 1000 metri. Podio tutto elvetico, con il secondo posto di Andri Oberholzer (5963) e il terzo di Finley Gaio (5843).
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GEREVINI – “Ho dato l’anima – ha detto Sveva Gerevini -. Avevo fatto i calcoli prima degli 800 e sapevo di dover correre in 2:09 per migliorare il record italiano. Poi, offuscata dalla fatica durante l’ultima prova, mi è balzato in mente che sarebbe servito 2:07, quindi quando all’arrivo ho visto esultare il mio coach Pietro, il mio compagno d’allenamento Dario e il mio fidanzato e fisioterapista Lorenzo…ho pensato che fossero matti! Invece avevano ragione loro. Mai l’avrei pensato, soprattutto un finale così. E soprattutto dopo una stagione pessima come quella scorsa, con tre infortuni in successione, la distorsione alla caviglia sinistra a gennaio, lo strappo al bicipite femorale sinistro a marzo e poi la frattura al secondo metatarso del piede destro a giugno. E invece eccomi qua, è stupendo“.
“Volevo fare meno di 8.50 – ha aggiunto la cremonese -. Mi sentivo troppo aerea sull’ostacolo, poco rapida. Nell’alto, ho fatto una marea di salti ma quando ho indovinato l’1,72 al primo colpo ho pensato sarei andata ancora più su. Poi il peso: all’ultimo turno sono andata ‘di ignoranza’ ed è uscita la misura buona. Finalmente mi sono presa questi benedetti sei metri e so che c’è ancora margine, perché il primo nullo era ancora migliore. Infine gli 800, con sette secondi di personale indoor, quando in realtà non sapevo nemmeno come ci sarei arrivata fisicamente. Ancora non realizzo“.
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