E’ un sabato sera di fuoco e fiamme quello che vive l’Olympiastadion con tante finali tutte da vivere. Anche l’Italia deve sognare in grande perché le possibilità per proseguire sulla scia di Antonella Palmisano, oggi vittoriosa della medaglia di bronzo nella 20 km di marcia, ci sarebbero eccome. A partire dal salto in alto dove Gianmarco Tamberi può dimostrare di essere finalmente guarito da tutti i suoi infortuni e farci sognare volando in alto, passando poi per i 5 mila metri di Crippa, che nella doppia distanza è stato artefice di una gara quasi perfetta valsagli il terzo posto, ed arrivando a quelle due staffette 4×400, in particolar modo quella femminile, che hanno più di una chance concreta di arrivare a podio. Da non dimenticare, ovviamente, Daisy Osakue che, dopo le note vicende, è già stata artefice di farsi una grande regalo, ovvero conquistare la finale nel lancio del disco.
Salto in alto
È proprio il salto in alto ad aprire le danze. Gimbo scivola via senza difficoltà al 2.19, poi al 2.24 sbatte sull’asticella al primo tentativo. C’è da reagire subito, Tamberi lo fa passando la misura al 2° tentativo. L’asticella si alza a 2.28, il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. L’asticella vibra ma non cade, Tamberi c’è, eccome. Si passa a 2.31, misura che l’azzurro quest’anno non è mai riuscito a fare ed in effetti si vede perché la prima occasione sfuma malamente. La seconda non arriva nel senso che il marchigiano decide di passare a 2.33, alla caccia del jolly, ma il jolly ma non lo trova. Finisce così l’avventura dell’azzurro che comunque è riuscito a trovare delle buone sensazioni anche se non la misura che sperava.
Lancio del disco
Daisy Osakue vuole provarci, vuole stare in gara il più a lungo possibile e lo dimostra al secondo lancio quando fa atterrare il suo disco a 58.09. Purtroppo è nulla il terzo tentativo della piemontese che scivola al 5° posto ma resta comunque nella finalissima, in attesa che si completi il giro e si tirino le somme. Il lancio migliore è il 5° con la misura di 59.32, vicinissima al personale di 59.72 ottenuta propria nella qualificazione. C’è però solo da complimentarsi con questa ragazza che ha reagito alla grande ad un periodo in cui si è parlato di lei purtroppo per vicende extra sportive, la pista alla fine ha messo tutti d’accordo e ridato a Daisy tutto ciò che si aspettava
5000 m
Yeman Crippa è questa la freccia azzurre pronta a colpire. Dopo il bronzo nei 10000 saprà ripetersi l’atleta azzurro? Partenza tranquilla Crippa si assesta a metà gruppo e si consolida intorno alla 10° posizione. Quando mancano cinque giri prova anche a fare qualcosa in più e ad 800 m dal termine è lì nel gruppo davanti, anche se gli atleti sono tutti molto vicini. Meno un giro, Yeman è 5° ma c’è da schiacciare sull’acceleratore. Pigia a più non posso ma al traguardo la sua posizione è quella che fa più male, il quarto posto con il tempo di 13.19.85, comunque da applausi per un ragazzo che è entrato da poco nel giro dell’atletica che conta.
4×400 maschile
La staffetta del miglio non va oltre la 6° piazza a quest’europeo, ed è un risultato poco soddisfacente per gli azzurri che schieravano Scotti – Tricca – Re – Galvan e che stampano un tempo davvero così così (3.02.34). C’era bisogno di una prestazione super per l’impresa, ma al di là di questo, che forse nessuno si aspettava fino in fondo, si era comunque consci di poter compiere una gara di rilievo, così non è stato, ma bisogna comunque ripartire da questo giovane quartetto.
4×400 femminile
Chigbolu rompe gli indugi, Folorunso fa il suo, Lukudo meraviglia tutti portando il testimo a Libania Grenot in seconda piazza, ma poi l’italo-cubana di spegne sul più bello e al traguardo è solo 5° (3.28.62): è questa in sintesi la descrizione della staffetta femminile, una delle più alte speranze di medaglia alla vigilia della spedizione in terra tedesca. Spiace dirlo ma non trovare l’acuto in una stagione così esaltante è davvero, oltre che un peccato, l’ultima cosa che ci si aspettava da quest’europeo. Le azzurre, che in mixed zone confermeranno di aver dato tutto, mostrano sui loro volti tanta delusione e qualche occhietto lucido, ci sarà da fare un’analisi precisa della gara oltre che trovare le forze per voltare immediatamente pagina pechè questo quartetto può e deve ancora puntare in alto.