“Mi trovo più a mio agio in una pedana del salto triplo piuttosto che in queste situazioni perché sono un uomo di campo, ed è giusto che sia così. Però è ovvio che abbiamo fatto con Andy Diaz un qualcosa di straordinario e la cosa va raccontata, anche perché la sua storia al di là della medaglia olimpica è unica ed irripetibile, con dei valori molto importanti. E mai come in questa occasione è giusto che vada raccontata, che vada fatto passare il giusto messaggio ed è giusto che si faccia capire che l’Italia ha permesso ad Andy di vincere una medaglia olimpica, non Fabrizio“. Sono queste le parole dell’ex triplista Fabrizio Donato a margine del talk show “Fair Play Menarini-I campioni si raccontano” in svolgimento a Palazzo Vecchio a Firenze. Donato, allenatore dell’italo-cubano Diaz, continua: “Conosco la potenzialità di Andy, so il lavoro che stiamo facendo e dove possiamo arrivare. Poi è chiaro che io, anche un po’ per scaramanzia, non dico troppo sulle sue potenzialità. Dove non c’è divertimento è difficile riuscire, ma nella vita funziona così. Quindi noi ci divertiamo ogni giorno e con Andy è abbastanza facile perché mi mette nelle condizioni di poter lavorare e di poter esprimere il meglio che possa fare e quindi il nostro binomio per ora è vincente“.
“Andy ha un grande talento e stiamo lavorando per migliorare” – prosegue Donato- “Quindi se dovesse fare qualcosa di molto buono già quest’anno la cosa non mi meraviglierebbe. La sua è una storia triste ma allegra, perché da dove siamo partiti è ovvio che c’erano molte problematiche, abbiamo fatto un po’ di fatica perché arrivare in Italia e richiedere l’asilo politico è tutto un percorso nella burocrazia molto difficile . Quindi c’era un velo di tristezza, però abbiamo affrontato sempre le difficoltà con il sorriso e con lo spirito che lo sport fondamentalmente ci insegna. Quando mi chiedono perché ho fatto questo, dico che semplicemente ho messo in campo i valori dello sport”. Sui risultati ottenuti a Parigi2024: “I risultati parlano chiaro. L’Italia ha riscritto la storia dell’atletica mondiale e olimpica in questo caso, quindi è ovvio che abbiamo una responsabilità diversa. E’ un momento bello e felice ed è giusto viverlo con il sorriso e con la voglia di continuare ad impressionare. Postiamo l’asticella ancora un po’ più avanti“.