
Sebastian Coe - Foto PA Wire/PA Images/IPA
La Corte Suprema britannica ha stabilito che per legge la definizione di ‘donna’ si basa sul sesso alla nascita e non sull’identità di genere. Le donne transgender, dunque, non hanno accesso alle tutele previste per chi nato biologicamente di sesso femminile, né sono legalmente considerate donne. La sentenza risulta valida in Inghilterra, Galles e Scozia. “Sconsigliamo di leggere questa sentenza come un trionfo di uno o più gruppi nella nostra società a spese di altri, perché non lo è”, ha sottolineato il vicepresidente della Corte Suprema, Lord Hodge. “L’Equality Act del 2010 garantisce alle persone transgender protezione non solo contro la discriminazione attraverso la caratteristica protetta della riassegnazione di genere, ma anche contro la discriminazione diretta, la discriminazione indiretta e le molestie sostanziali legate al genere acquisito“.
La sentenza della Corte Suprema è arrivata a seguito del ricorso presentato da ‘For Women Scotland’, un gruppo attivista. For Women Scotland si è opposto al governo locale, promotore di una legislazione volta a garantire il riconoscimento della definizione di donne anche alle donne trans in possesso del ‘Gender Recognition Certificate’.

Florence, Italy, June 02, 2023, Athletics Internationals
Diamond League – Golden Gala
Image shows:
during the Golden Gala Pietro Mennea 2023 on June 2, 2023 at the Stadio Luigi Ridolfi in Florence, Italy.
LiveMedia – World Copyright
LE PAROLE DI COE
La sentenza ha delle ripercussioni anche sul mondo dello sport. Per questo motivo, BBC ha intervistato Sebastian Coe, presidente di World Athletics che ha accolto con favore quanto deciso dalla Corte Suprema. “Andrà a beneficio dello sport femminile“. Le linee guida del Comitato Olimpico Internazionale consentono alle singole federazioni di decidere quale approccio adottare, in modo da bilanciare autonomamente ‘inclusione ed equità’. Nell’atletica, le donne transgender non possono partecipare alle gare femminili dal 2023. “L’inclusività è un elemento molto importante nel nostro sport e la riteniamo sacrosanta, e le nostre politiche non impediscono alle atlete transgender di voler godere della fisicità dello sport – aggiunge Coe – Stiamo dicendo che, a livello d’élite, per competere nella categoria femminile, bisogna essere biologicamente donne“.