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L’avvocato di Alex Schwazer, Gerhard Brandstaetter, è tornato a parlare sul caso doping relativo al suo assistito dopo la condanna per corruzione dell’ex presidente della Federazione Internazionale di atletica leggera Lamine Diack. “E’ un ulteriore conferma di come quello dell’atletica sia un ambiente mafioso – attacca Brandstaetter – La Wada è abituata a coprire il doping russo, hanno manipolato le provette di Alex per attaccare il suo allenatore Sandro Donati.”
Entrando più nello specifico, il legale spiega così ad Adnkronos: “Per spiegare la presenza di Dna fisiologicamente non compatibile nei campioni di Alex c’erano tre ipotesi. E’ rimasta in piedi solo quella legata alla manipolazione, se ci fosse stata qualche patologia Schwazer non sarebbe stato in pieno allenamento e se fosse stato in buona fede l’avrebbe dichiarata. L’unica spiegazione è che la Wada ha manomesso i campioni con raggi ultravioletti e ha poi reinserito il Dna di Alex.”
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