Il 2024 di Laura Rogora è stato un anno pieno di appuntamenti cruciali. La romana classe 2001 ha dovuto gestire le forze tra gli appuntamenti di Coppa del Mondo di arrampicata sportiva, i quali si sono intersecati con i Giochi Olimpici di Parigi, seconda Olimpiade della sua carriera, e il banco di prova del Campionato Europeo disputato in Svizzera, dove si è messa al collo due medaglie nella Lead e nella Combinata. Dopo il meritato riposo, è tempo di mettere i primi tasselli per la prossima stagione e per un ciclo olimpico che comincia adesso.
Dopo un anno del genere, una linea va tirata. È soddisfatta del suo 2024?
“Nel complesso sono contenta della mia stagione che è stata particolare per via dei Giochi Olimpici. Sono riuscita a qualificarmi per Parigi e a partecipare, ma non dimentico le medaglie ai Campionati Europei e le buone prestazioni in Coppa del Mondo. Magari in quest’ultima competizione potevo fare un po’ meglio, ma resto comunque soddisfatta”.
Come ha vissuto questo ciclo Olimpico?
“Il ciclo Olimpico è sempre molto stressante e dopo i Giochi ho sentito davvero un calo di pressione. Non avevo voglia di allenarmi e sentivo di aver chiuso un cerchio. Adesso ci aspetta un anno più tranquillo, senz’altro il meno impegnativo del prossimo percorso che spero ci porterà all’Olimpiade di Los Angeles. Ho da poco ripreso gli allenamenti per la prossima stagione, ma cercherò di impostare anche il lavoro degli anni successivi”.
A Parigi la seconda esperienza ai Giochi della carriera.
“L’Olimpiade di Parigi è stata molto diversa da quella di Tokyo. Quello del 2021 fu anzitutto il primo appuntamento di questo calibro per chi fa arrampicata, e poi venne inevitabilmente condizionata dalla Pandemia. L’abbiamo vissuta tutti un po’ a metà, vista anche l’assenza del pubblico. Posso dire che quella in Francia è stata la mia prima vera esperienza ai Giochi Olimpici. In questi casi la gara rappresenta soltanto il 50% di tutta l’esperienza. Sono contenta che ci fossero i miei genitori, assenti per ovvi motivi in Giappone nonostante avessero preso i biglietti. Ne ho comunque un bellissimo ricordo, anche se so di non aver disputato una buona gara”.
Quanto incide non avere ancora una singola medaglia per la Lead?
“Senz’altro avere una medaglia combinata per le prestazioni in Lead e Boulder crea un compromesso, e io, essendo specialista nella prima, parto un po’ svantaggiata. La speranza è che nel futuro potremo avere tre medaglie, considerando anche la Speed. Credo sia un’opzione concreta, anche perché l’arrampicata sta piacendo e cresce di anno in anno. Alla fine però è una scelta che spetterà al Comitato Olimpico Internazionale”.
Quanto è cosciente di essere un simbolo di questo sport nonostante la giovane età?
“Non ci penso spesso, ma provo grande piacere nell’essere un simbolo per chi vuole praticare sport. L’arrampicata è una disciplina che unisce molto e permette di vedere posti bellissimi da prospettive speciali, se il movimento sta crescendo tanto è principalmente per questi motivi. Sono contenta di poter spronare gli altri attraverso le mie prestazioni”.
Qual è lo stato di salute attuale della FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana)?
“C’è stato un netto miglioramento delle strutture interne ed esterne della nostra Federazione e questo non può che essere positivo. Il nuovo Centro Federale è ancora in costruzione, quindi siamo in attesa di poterlo vivere e siamo anche consapevoli che c’è un po’ di terreno da recuperare rispetto ad altri Paesi, questo si nota soprattutto a livello giovanile. Posso dire che siamo sulla strada giusta”.
Al Campionato Europeo un’ottima prestazione con due medaglie.
“Ammetto che dopo l’Olimpiade ho avuto alcuni dubbi sulla mia partecipazione. Per fortuna, a una settimana dalla gara ho ritrovato le giuste motivazioni, riuscendo a esprimere quella forma che sapevo di avere ma che non ho di fatto trovato prima di quell’appuntamento. Ho sentito la responsabilità dei Giochi di Parigi e questo senz’altro ha inciso nelle altre sfide ufficiali”.
Che rapporto ha con la sconfitta?
“Non ho un grande rapporto con la sconfitta, nel corso della mia vita ho sempre vissuto male le delusioni sportive. Questo però mi dà anche la carica per continuare a migliorarmi: nei primi momenti fatico ancora a gestire quel tipo di sentimento, ma sto crescendo anche da quel punto di vista”.
Dopo il riposo, è ora di pensare al prossimo anno.
“Nel 2025 mi concentrerò sulla Lead che resta la mia specialità, per cui l’obiettivo è fare bene in Coppa del Mondo. Non potremo non cominciare a pensare anche a Los Angeles 2028, ma prima bisognerà capire cosa deciderà il Comitato Olimpico Internazionale sulle medaglie per le quali competeremo”.