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Sono giorni molto tristi per l’arrampicata sportiva, che piange la scomparsa della ventenne Elisabeth Lardschneider, deceduta dopo essere precipitata dall’Himalaya. Il presidente della Federazione italiana arrampicata sportiva, Davide Battistella, ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la morte della giovane atleta: “E’ una grave perdita, aveva fatto tutto il percorso della nazionale giovanile, era una ragazza molto forte. E’ una batosta importante per noi, c’è un enorme dispiacere. Aveva tutte le carte in regola per essere un atleta di alto livello. Parigi 2024 è molto vicina e ci sono già tutti gli slot dei qualificati, però a Los Angeles 2028 avrebbe potuto esserci”.
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“Ci sono tanti che vanno outdoor, ma dal punto di vista tecnico non ha niente a che vedere con l’arrampicata sportiva, sono due mondi separati anche se hanno dei punti di congiunzione. Da un punto di vista aerobico l’allenamento è simile, ma l’arrampicata sportiva ha preso una direzione molto particolare, ci sono forme di appigli che non si trovano sulla roccia. Ci sono tanti scalatori che lontano dalle competizioni vanno anche sulla roccia – ha ammesso Battistella – E’ ovvio che chi arriva dalla arrampicata sportiva ha un allenamento di base importante per andare a fare l’arrampicata outdoor”.
“L’arrampicata sportiva è uno sport senza rischi oggettivi, è proprio un altro ambiente. In montagna ci sono rischi che si possono limitare, ma non azzerare. Su certe quote c’è sempre un margine di rischio e purtroppo possono capitare tragedie di questo tipo, anche a persone esperte. Era una ragazza splendida, sempre con il sorriso. E’ stata una botta micidiale”, ha concluso il numero uno della Federazione.
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