Il 13 maggio del 2012 Juventus e Milan scrivevano il primo capitolo della storia recente che le ha viste protagoniste in senso opposto. La formazione di Antonio Conte festeggiava il primo di otto titoli nazionali consecutivi, il Milan chiudeva al secondo posto nell’ultimo anno in cui è stato davvero competitivo per il titolo. A suggellare un cambio di rotta definitivo per i due club una giornata all’insegna dei saluti e delle lacrime per le leggende dei due club. Due partner del gol per tanto tempo come Alessandro Del Piero e Filippo Inzaghi, entrambi in gol contro Atalanta e Novara nel giorno dell’addio. Ma anche gregari, difensori e campioni stranieri che, chi più chi meno, hanno scritto pagine indelebili del nostro campionato. Alessandro Nesta, Clarence Seedorf, Gennaro Gattuso, Gianluca Zambrotta ma anche Mark Van Bommel e Flavio Roma. Quel giorno cinque campioni del mondo 2006 lasciavano il calcio o il club di appartenenza in ambienti diversi.
Cinque addii che hanno dato sapore a due sfide che solo il cammino trionfale dei bianconeri ha reso non cruciali. Al numero 10 juventino bastano ventotto minuti per firmare il gol dell’addio: stop al limite dell’area e destro a giro che non lascia scampo a Frezzolini. Poi sarà il turno dell’autogol di Lichtsteiner e del sigillo finale di Barzagli ma quasi nessuno se ne accorge e gli occhi sono tutti per Del Piero. Dagli spalti qualcuno canta: “Un altro anno” ma lui (o forse non lui) ha altri piani: Sydney. Chi quel giorno appese gli scarpini al chiodo è Filippo Inzaghi. La sua giornata inizia con una dedica della curva sud che è tutto un programma: “Pippo, per il tuo cuore e la tua passione, non basta uno striscione”. Pronti, via e pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, Inzaghi firma un gol “alla Inzaghi”. Per la vita dopo il campo Pippo scelse la panchina degli allievi nazionali rossoneri, per Nesta si spalancarono le porte del Montreal Impact, Gattuso scelse la Svizzera e il Sion come Zambrotta (al Chiasso). A Seedorf l’avventura più affascinante e la firma col Botafogo con cui collezionerà 24 reti in 81 presenze. Chi in Australia, chi in Brasile e chi in Svizzera. Ma alla fine un pezzetto di storia della Serie A si è spezzato definitivamente in quel 13 maggio.