“Roma-Lecce del 1986 una partita stregata, che aveva un risultato sulla carta segnato ma che fu ribaltato dal verdetto del campo. Io ho la sensazione che non avremmo mai vinto quel giorno, nemmeno se avessimo giocato tre giorni. Ci furono tantissime occasioni ma nel Lecce si infortunò il portiere titolare ed entrò Negretti. Fece la partita della vita, ci parò qualsiasi cosa. Questo è il calcio”. Queste le dichiarazioni di Stefano Desideri, ex calciatore della Roma ai microfoni de ‘Gli Eroi del Calcio’ a proposito di una delle sconfitte più dolorose della storia della Roma. In quella stagione, il classe 1965 era una delle opzioni a centrocampo della Roma di Eriksson: “Noi eravamo un gruppetto di ragazzi che venivano aggregati al gruppo della prima squadra. Quel giorno, era Gennaio, andammo a Udine. Io stavo a giocare a carte in camera e arrivò una telefonata – ha raccontato – Era Eriksson. Iniziammo una conversazione durante la quale ero sicuro che fosse uno scherzo. Dopo un po’ mi resi conto che si trattava dell’allenatore e capii di aver fatto una figura meschina. Il mister mi raccomandò di andare a dormire presto perché avrei giocato, vista la defezione di Ancelotti. Il giorno dopo grande partita, grande prestazione e da lì è nato tutto”.