I fratelli Abbagnale hanno fatto la storia del canottaggio italiano. Dopo il dominio nel “due con” ai Giochi di Los Angeles 1984, Carmine e Giuseppe si presentarono a Seul 1988 per confermarsi sul trono di Olimpia. Ad accompagnarli l’amico fidato e timoniere Giuseppe Di Capua, per tutti Peppiniello. La competitività della specialità crebbe ogni anno di più, ma i successi ottenuti nel quadriennio olimpico facevano dei fratelli Abbagnale i favoriti per la medaglia del metallo più pregiato. I Fratelloni d’Italia, così come vennero soprannominati dal telecronista Giampiero Galeazzi, vinsero infatti il Mondiale di Hazewinkel 1985, mentre nell’edizione di Nottingham ’86 vennero sconfitti dagli inglesi Steve Redgrave ed Andy Holmes, salvo poi prendersi la rivincita ed il titolo iridato a Copenaghen ’87. L’equipaggio britannico rappresentava per gli azzurri il principale pericolo in ottica medaglia d’oro. Redgarve-Holmes mostrarono il loro grande stato di forma nella finale del “due senza” del 24 settembre 1988, quando vinsero il titolo olimpico.
Si preannunciava dunque un bel duello nel “due con” tra l’equipaggio italiano e quello britannico (timoniere Patrick Sweeney). La rivalità fu evidente fin dalle batterie, dove l’Italia taglio il traguardo per prima in 7’03″55, davanti alla Gran Bretagna (7’04″04) e Romania (7’04″48). Fu di gran lunga la batteria più veloce, dal momento che nelle altre due si imposero la Germania dell’Est e l’Unione Sovietica rispettivamente in 7’11”24 e di 7’12”96, tempi nettamente superiori. La semifinale andò in scena il 22 settembre, con i fratelli Abbagnale capaci di imporsi con l’eccellente crono di 6’56″62 davanti ai tedeschi orientali Mario Streit e Detlef Kirchoff.
La finale del 24 settembre 1988 vide dunque scendere in acqua sei equipaggi, racchiusi in 5 secondi: Italia, Germania dell’Est, Romania, Bulgaria, Gran Bretagna e Unione Sovietica. Gli azzurri partirono a tutta, staccando subito gli avversari che rimasero spiazzati da questa tattica di gara. Ai 100o metri, l’Italia era in prima posizione con ben 3″28 di margine sull’armo bulgaro, mentre Redgrave ed Holmes erano staccati di 5″25. I britannici riuscirono poi a ridurre lo svantaggio, che però rimaneva ancora ampio. Negli ultimi 500 metri arrivò però la sorprendente rimonta dei tedeschi dell’est, che recuperarono la bellezza di 5 secondi nell’ultimo quarto di gara. Gli azzurri, sapientemente guidati dal timoniere Peppiniello, riuscirono a resistere al ritorno degli avversari, tagliando il traguardo in 6’58″79, con 1″84 di vantaggio sulla Germania dell’Est e 3″16 su Holmes e Redgrave. Due fratelli, una barca, l’amico fidato: Carmine e Giuseppe Abbagnale, assieme a Peppiniello, si confermarono campioni olimpici.