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“Non è finita finché non è finita”. Se la finale del tiro a segno dei 10 metri maschili di Atlanta 1996 fosse un film, probabilmente si intitolerebbe così. Come si può facilmente intuire, la gara sembrava aver preso una chiara direzione, ma l’ultimo tiro cambiò tutto. Il 20 luglio 1996, nello Shooting Centre di Atlanta, andò in scena la finale in cui era presente anche l’azzurro Roberto Di Donna. Il nostro portacolori aveva concluso la prova di qualificazione, fatta di 60 colpi, al secondo posto con 585/600, a pari merito con il polacco Jerzy Pietrzak. In testa c’era invece il cinese Wang Yifu con 587/600, favorito per la vittoria nonché campione olimpico in carica. In finale ci si gioca tutto in 10 colpi, con bersagli che contemplano anche i decimi di punto per l’assegnazione delle medaglie.
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La finale inizia e la tensione è palpabile. Il “computer cinese” Wang non sbaglia un colpo, mentre Di Donna cambia continuamente posizione in classifica. Nonostante l’andamento altalenante, dopo le prime cinque rotazioni, Di Donna rimane in scia al cinese e stacca quasi tutti gli altri. Quasi, perché tra gli avversari c’è il bulgaro Tanyu Kiriakov, che lotta con l’azzurro per la conquista dell’argento. Di Donna però prende confidenza e infila una serie di 10 che stronca le speranze del bulgaro, costretto ad accontentarsi del bronzo. Prima dell’ultimo colpo sono 3.8 i punti di svantaggio che separano Di Donna da Wang, praticamente impossibili da recuperare con un unico tiro, specie se l’avversario sembra una “macchina” inarrestabile.
Roberto Di Donna vuole comunque chiudere in bellezza e lo fa alla grande: arriva un eccellente 10.4. L’azzurro sorride, contento per essersi assicurato l’argento. Ora tocca al cinese, che non deve far altro che confermare la prima posizione. Ma qualcosa sembra cambiare, Wang sembra più “umano” e non più il “computer” che aveva fin qui dimostrato di essere. Wang infatti si prende del tempo, troppo. Spara l’ultimo colpo, il pubblico dello Shooting Centre si esalta prima di realizzare quanto successo. Il bersaglio dice 6.5 e cala il silenzio. Un silenzio di incredulità , perché quel vantaggio che sembrava enorme si è dissipato proprio all’ultimo: Wang totalizza 684.1, appena un decimo in meno di Di Donna, che con 684.2 diventa il nuovo campione olimpico. Mentre l’azzurro abbraccia i suoi rivali, il cinese si siede: è un calo di pressione che si rivelerà legato al diabete. Forse è per quello che Wang faticò a concentrarsi per l’ultimo colpo, ma nulla toglie meriti a Roberto Di Donna che non si è mai arreso e con quel 10.4 conclusivo si è assicurato il titolo olimpico di Atlanta 1996.
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