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I record possono essere stabiliti in molti modi, ma alcuni di quelli più significativi fanno riferimento alla longevità agonistica. Il motivo? Vincere è facile, il problema è riconfermarsi. Infatti, anche nello sport esistono le “meteore”, ossia quegli atleti che fanno la cosiddetta gara della vita che poi non riusciranno più a ripetere. Ci sono invece atleti che fanno della costanza di rendimento il proprio cavallo di battaglia. L’esempio più noto per i colori azzurri è la Divina del nuoto Federica Pellegrini, ma se parliamo di Olimpiadi il nome da fare è un altro: Josefa Idem. Il nome tradisce le origini tedesche e infatti Sefi inizia a praticare canoa in Germania all’età di 11 anni e sotto la bandiera del paese natio partecipa alla sua prima Olimpiade: Los Angeles 1984. In quell’edizione conquistò un bronzo nel K2 500 che rimase a lungo l’unica medaglia a cinque cerchi nel suo palmares.
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La carriera di Idem prosegue con due finali mondiali che la portano ai Giochi di Seul 1988. In Corea del Sud non va oltre il nono posto nel K1 500 ed il quinto con la squadra tedesca del K4 500. Chiusa quell’esperienza a cinque cerchi, Josefa si trasferisce in Italia, precisamente a Ravenna, per affidarsi alla guida di Guglielmo Guerrini, insegnante di educazione fisica che nel 1990 diventa suo marito. Questo cambio di vita porta subito buoni risultati: nel 1989 arriva il primo titolo iridato nel K1 500 (con bronzo nei 5000), seguito dal titolo nei 5000 nell’edizione mondiale 1991 (con bronzo nel K1 500). Questo porta a pensare che l’esordio olimpico di Sefi con la Nazionale italiana possa essere trionfale, ma ai Giochi di Barcellona 1992 arriva solamente un quarto posto, a soli 4 decimi dal bronzo della sorprendente polacca Dylewska. Nel 1995 Josefa diventa mamma del primogenito Janek, ma la gravidanza fu tutt’altro che una battuta d’arresto. L’Olimpiade di Atlanta 1996 segna il ritorno sul podio a cinque cerchi: Idem è bronzo dietro all’ungherese Koban e alla canadese Brunet.
Josefa si presenta ai Giochi di Sydney 2000 in una forma strepitosa e, nonostante le condizioni non ottimali che costrinsero a diversi rinvii della finale, Josefa riesce a piazzare la rimonta e conquistare l’oro olimpico. Nel 2003 nasce il secondogenito Jonas e nemmeno questa fu una battuta d’arresto: alle Olimpiadi di Atene 2004 Josefa è nuovamente d’argento nel K1 500. La canoista naturalizzata italiana non ha nessuna intenzione di smettere e si prepara anche per i Giochi di Pechino 2008. Idem arriva in Cina in grande forma e in finale dà spettacolo ingaggiando una battaglia sul filo del rasoio con l’ucraina Osypenko-Radomska, la quale riesce a spuntarla per soli 4 millesimi. Una sconfitta che brucia, ma che Sefi accoglie con il solito sorriso. Negli anni successivi, Idem inizia la carriera politica e tra un impegno e l’altro si prepara ad entrare nella leggenda. L’obiettivo è disputare l’ottava olimpiade consecutiva, alla veneranda età di 48 anni. Alle Olimpiadi di Londa 2012, Sefi incanta il pubblico vincendo la semifinale del K1 500. Lecito dunque sperare in una chiusura di carriera in grande stile. In finale chiude in 1’53″223, tempo che la relega ai piedi del podio per soli tre decimi. La medaglia non è arrivata, ma poco importa: 38 medaglie internazionali e otto Olimpiadi consecutive: Josefa Idem è nella leggenda.
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