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Esattamente 13 anni fa, il 23 maggio del 2007, il Milan vinse per la settima volta nella storia del club la Champions League. Fu una finale speciale per diversi motivi. In primo luogo, fu l’ultimo match disputato da un gruppo di giocatori che di lì a poco avrebbero cambiato squadra o appeso gli scarpini al chiodo, tra questi Paolo Maldini, Pirlo, Seedorf, Gattuso. In secondo luogo, il club rossonero si ritrovò di fronte la squadra che due anni prima gli aveva tolto la gioia di esultare per il trofeo: il Liverpool. La finale di Istanbul contro i Reds, di due anni addietro, fu una partita dal sapore amarissimo per il Milan e un trauma per i tifosi, in particolar modo perché subì una rimonta così incredibile da restare nella storia del torneo: da 3-0 a 3-3, con successiva vittoria del club inglese ai rigori. All’epoca il club rossonero era considerato la squadra più forte d’Europa e la favorita per la finale. In effetti, fino al minuto 33 il match era stato a senso unico. Una sola squadra era scesa in campo. Nel secondo tempo, invece, bastarono 6 minuti di follia per far crollare tutto. In rapida sequenza si susseguirono i gol di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso, che si fece parare un rigore da Dida ma sulla ribattuta trafisse la porta rossonera. Il senso di smarrimento negli occhi dei giocatori del Milan era evidente, tanto da non essere capaci di reagire e nella sequenza dei rigori, Shevchenko sbagliò e il Liverpool divenne Campione d’Europa.
Il Milan si presentò alla finale di Atene con questi fantasmi nella mente.
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LA FINALE – Atene, 23 maggio 2007. Allo stadio Olimpico Spyros Louis tornarono ad affrontarsi Milan e Liverpool con delle formazioni molti simili a quelle di due anni prima e con gli stessi allenatori. Da una parte Carlo Ancelotti, dall’altra Rafael Benitez. Non fu una partita dalle forti emozioni rispetto alla rocambolesca finale di Istanbul e, forse, il motivo fu proprio la paura. Il terrore nel vedere la storia ripetersi. Il primo tempo fu costernato da molti errori in fase di copertura da parte dei rossoneri che permisero qualche folata pericolosa del Liverpool. Ma con il passare dei minuti il Milan iniziò a venire fuori, dopo aver passato metà primo tempo a cercare di ingranare con Pirlo, pressato da Alonso, che non riusciva ad impostare il gioco e Inzaghi, isolato, senza alcun aiuto dal centrocampo. Meglio gli inglesi fino allo scadere della prima frazione di gioco, quando un fallo di Alonso su Kakà , permise a Pirlo di presentarsi sul pallone. La sua punizione superò la barriera e Inzaghi deviò in maniera fortuita sorprendendo e spiazzando Reina. Un gol fortunoso, arrivato dopo una certa supremazia del Liverpool, cambiò le sorti della partita. Nella ripresa i Reds furono pronti all’assedio, prima con Gerrard, ma il suo diagonale rasoterra fu ben parato da Dida, e poi con Riise che non inquadrò lo specchio della porta. Al 37’ si consumò la vendetta milanista: Kakà effettuò un passaggio filtrante per Inzaghi che allargandosi sulla destra, evitò Reina e portò i suoi avanti di 2-0. Uscì proprio Pippo Inzaghi all’88’ con una standing ovation dell’Olimpico di Atene. La gioia però durò solo pochi secondi, perché subito dopo l’uscita dal campo dell’attaccante rossonero, da azione su calcio d’angolo Kuyt dimezzò lo svantaggio. Per un attimo, gli uomini di Ancelotti ebbero la sensazione di poter rivivere l’incubo di Istabul, ma qualcosa nell’aria fece intuire che non si sarebbe ripetuto. Nel recupero tanta sofferenza, ma al triplice fischio finalmente poté cominciare la festa. Il Milan concluse nel migliore dei modi una stagione iniziata malissimo e il calcio italiano, dopo aver conquistato il Mondiale del 2006 in Germania, si prese anche la soddisfazione di salire sul podio più alto nella classifica dei club più forti.
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