Gli ultimi anni di Jorge Lorenzo in MotoGP non sono stati certo il simbolo della sua carriera, e anzi sono stati forse la parentesi più buia per il maiorchino, che negli anni prima in sella alla Yamaha aveva dominato per più anni, nonostante la concorrenza di altissimo livello. Le esperienze in Ducati prima e in Honda poi, insieme, portano solo una manciata di gare dove si è visto il vero Lorenzo. Tra queste c’è la sua ultima vittoria, ottenuta nell’agosto 2018 in Austria, al termine di un duello durato poco meno di metà gara.
A rendere memorabile questa gara ci hanno pensato Lorenzo e Marquez, che pochi mesi dopo sarebbero diventati compagni di squadra (seppur per un solo anno). Il Cabroncito, partito dalla pole position (l’ennesima conquistata in un anno pazzesco), rimane nelle prime posizioni per l’intera gara, ma dal dodicesimo giro ha un degno avversario per la corsa al primo posto. Tra le curve di un Red Bull Ring più infuocato che mai, i due ingaggiano una lotta che non si esaurirà fino alla bandiera a scacchi. Tra un sorpasso e un controsorpasso, escono fuori i pregi e i difetti delle due moto, ma soprattutto quelli dei due piloti. In curva la Honda, cavalcata da uno dei più forti della storia, sembra avere qualcosa in più. Sui rettilinei, invece, Lorenzo e la sua Ducati mettono in seria difficoltà il numero 93, che spesso non riesce a tenere dietro il collega.
L’unico che prova prendere i due spagnoli è Andrea Dovizioso, il quale però non riesce a tenere il loro passo, e si deve arrendere molto prima del traguardo. Alla fine, comunque, è una Ducati ad avere la meglio, con Lorenzo che ci consegna il suo ultimo successo mostrandoci ancora una volta che la classe resta negli anni, nonostante molte altre cose siano destinate a cambiare.