Amarcord

L’angolo del ricordo: Stephens e Miami 2018, sorprendere è fra le frecce del suo arco

Sloane Stephens
Sloane Stephens - foto Ray Giubilo

Sloane Stephens rappresenta uno dei migliori talenti che il tennis statunitense in rosa ha offerto agli appassionati. L’atleta classe ’93 presenta caratteristiche peculiari, ponendosi tecnicamente in un filone di mezzo fra il prototipo di giocatrice moderna e quello di agonista tatticamente estrosa. Stephens è dotata di colpi in uscita dal servizio devastanti, i quali le permettono spesso di accorciare gli scambi e prendere le redini dei match fra le mani. Questa qualità è croce e delizia delle sue prestazioni, in quanto, se non in giornata, la repentinità del suo stile la porta ad errori in serie, che la proiettano in un dramma psicologico tipico del circuito Wta.

La nativa di Plantation conta 6 trionfi in carriera, non molti ma di certo parecchio significativi. Fra questi vi è difatti il meraviglioso successo agli Us Open 2017, al rientro da un grave infortunio, dopo aver superato all’ultimo atto una Madison Keys sopra le righe in quel periodo storico. Il successo Slam di Stephens è particolare, poichè avvenuto da 83ª nel ranking mondiale e da pura outsider. In seguito al meraviglioso risultato conseguito, qualcosa non funziona fra ingranaggi del suo gioco, con “culmine” raggiunto durante le Wta Finals, terminate nel peggiore dei modi con un’eliminazione prematura ai gironi, causata da Anastasija Sevastova.

Il 2018 presenta una nuova Stephens, motivata come l’anno precedente a far bene, seppur luci e ombre si alternino costantemente per ciò che riguarda il suo rendimento. Il risultato più importante ottenuto in quest’annata è la conquista del Premier Mandatory di Miami, dopo aver sconfitto opponenti del calibro di Garbiñe Muguruza, Angelique Kerber, Victoria Azarenka e Jelena Ostapenko. La vittoria del torneo “di casa” porta Stephens in paradiso, il gioco espresso è la più alta realizzazione del suo tennis, potente e dinamico, e la resa psicologica sorprende per solidità: top ten conquistata e ambizioni elevatissime.

Da Miami 2018 a Miami 2019 il cambiamento è drastico. Stephens non riesce ad esternare la propria tenacia mediante il tennis ed il periodo magico sembra sia rapidamente tramontato. L’eliminazione al secondo turno contro Tatjana Maria, peraltro con un netto 6-3 6-2, è l’immagine esatta del momento sportivo della statunitense. A partire dal quell’evento vi è un crollo verticale di risultati e neanche i campi di Flushing Meadows riescono a giovare alle sue difficoltà, raccontando una dura sconfitta al primo turno contro Anna Kalinskaja. L’inizio di 2020 è da dimenticare, e l’insuccesso maggiormente di rilievo arriva agli Australian Open, rimontata da Shuai Zhang e sconfitta 6-2, 5-7, 2-6: 37ª posizione nel ranking Wta ed un crollo mentale intenso.

Le abilità di Stephens non sono mai state in discussione e la sua esplosività agonistica è fonte trasparente di colpi eccezionali, determinanti, come palesato sino al 2018. Le stesse giocate menzionate possono rappresentare un grande scoglio per l’efficacia del suo gioco, qualora gli errori, come già analizzato, diventino molteplici. Innegabilmente il fattore psicologico gioca un ruolo importante per il rendimento della statunitense, sin troppo emotiva nei momenti decisivi ed inesorabilmente condizionata dalle pressioni di uno Slam arrivato forse troppo presto nella sua carriera. Sloane Stephens è una giocatrice preziosa, talento puro e gemma rara di un tennis moderno crudele, capace di sgretolare le sicurezze di un’atleta dalla fragile sensibilità. Una nuova annata potrà rappresentare una svolta per la ragazza della Florida, meglio se fra le mura amiche, in un torneo familiare e senza le pressioni di uno dei quattro storici appuntamenti stagionali. Miami 2021 può essere il torneo del ritorno di Stephens, passo dopo passo, verso nuovi, ambiziosi, ma pur sempre raggiungibili traguardi: sorprendere è fra le frecce del suo arco.

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