Più volte, nel corso degli anni, Valentino Rossi ha definito quella di Welkom nel 2004 la sua gara più importante. Il Gran Premio del Sudafrica, disputatosi per l’ultima volta proprio 16 anni fa, è una gara storica per tanti motivi, e soprattutto non lo è solo per il Dottore, assoluto protagonista di quella domenica di aprile, quando conquista la sua prima vittoria in sella alla Yamaha, a cui era approdato dopo tre titoli consecutivi in Honda.
Pochi mesi prima, Valentino aveva deciso di cambiare squadra dopo anni di successi nell’altra casa giapponese. Il tre volte campione della classe regina passa al team di Iwata, che manca la vittoria del Mondiale dal lontano 1992. Una scelta azzardata quella del pilota di Tavullia, che in Yamaha arriva con l’obiettivo di mostrare ancora di più la sua forza, stavolta in sella a una moto che sulla carta non sembra competere con altre big in gara. Le cose, però, vanno diversamente da quanto pronosticabile. Sul circuito di Welkom, all’esordio nella nuova scuderia, il Dottore si prende subito la pole position, mettendo in chiaro le cose sin dalle prime battute.
Pronti via e a fuggire in avanti sono due italiani: Rossi e Max Biaggi, in sella a una Honda del team Pons. Solo il romano riesce a tenere il ritmo di Valentino, partito con il piglio giusto e scatenato fin dai primi metri. Il duello tra i due è di quelli da rivedersi su Youtube ad anni di distanza. Rossi ha qualcosa in più di Biaggi, che però corre una gara praticamente perfetta. I due rimangono attaccati per quasi tutta la gara, mentre il resto dei piloti insegue a un’enorme distanza, consapevole di non poter ambire alle prime due posizioni del podio. Solo all’ultima curva Valentino si assicura la vittoria, entrando nel rettilineo finale con un vantaggio minimo, ma sufficiente a portare a casa il successo all’esordio sulla nuova moto.
“Non ho pianto, ma devo dire che solitamente quando vincevo ero contento, ora sono emozionato. Una vittoria storica? Penso di si“ – dirà Rossi a fine gara. A distanza di anni, a quanto pare, non ha cambiato idea: è Welkom la gara più bella della sua carriera.