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Il giorno in cui si vince l’oro olimpico diventa indimenticabile. Soprattutto se quell’ambitissimo titolo arriva nel giorno del tuo compleanno, oppure a distanza di vent’anni dalla medaglia d’oro del tuo allenatore. O magari entrambi. Strane coincidenze, ma è ciò che è successo a Daniele Molmenti ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Nemmeno Daniele poteva immaginarlo quando ad 11 anni chiese ai suoi genitori di andare in canoa “perché fa caldo”. Ben presto però il puro divertimento si trasformò in una grande passione che lo porterà ad inseguire il sogno a cinque cerchi. L’inizio di carriera prometteva bene: nel 2001, a diciassette anni, vinse l’oro nel K1 slalom agli Europei Juniores. La crescita del nativo di Pordenone proseguì, ma un incidente in moto nel 2007 sembrò fermare tutto.
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“Sembrò”, perché Daniele non si arrese e dopo una lunga riabilitazione tornò in canoa, qualificandosi alle Olimpiadi di Pechino 2008. Il decimo posto portò con sé molta delusione, ma il friulano lo vide come un punto di partenza. Infatti, il successivo quadriennio fu un dominio di Molmenti: oro europeo nel 2009, 2011 e 2012, Coppa del Mondo e titolo iridato nel 2010. L’azzurro si presentò a Londra 2012 tra i favoriti per la vittoria, ma all’Olimpiade tutto è amplificato, pressioni comprese. Daniele ha una grande occasione e non vuole sprecarla. Il 29 luglio si presenta al Lee Valley White Water Center con la sua canoa rossa, come la moto Ducati che dovette vendere nel 2007 per pagarsi gli allenamenti in Australia. Come previsto, Molmenti si qualifica alla finale, in programma il 1 agosto, proprio il giorno del suo 26esimo compleanno.
Quando tocca a lui, è il ceco Vavrinec Hradilec a comandare la gara, davanti al tedesco Hannes Aigner. Mentre Molmenti trova la concentrazione giusta, suo padre raccoglie more nei campi del Friuli perché la tensione è troppo alta per poter seguire la gara del figlio in televisione. Il conto alla rovescia è scaduto e Daniele inizia la sua discesa. Le rapide tumultuose di Lee Valley non hanno segreti per l’azzurro: la discesa è veloce, perfetta, senza penalità, semplicemente maestosa. Lo dimostra anche il cronometro: il tempo dell’azzurro è di 93″43, 1″35 meno del ceco Hradilec. Daniele sbatte con forza il pugno sull’acqua, sa perfettamente che non sarà facile per gli altri fare meglio. Infatti, sia Polaczyk che Kauzer rimangono a debita distanza dall’azzurro e allora sì, che si può festeggiare: Daniele Molmenti è medaglia d’oro, esattamente come lo fu il suo allenatore Pierpaolo Ferrazzi a Barcellona 1992. “Molmenti d’oro” disse il telecronista, e lo furono in tutti i sensi: oro olimpico, il giorno del proprio compleanno, vent’anni dopo l’oro del proprio allenatore.
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