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Il canottaggio ha regalato molte soddisfazioni ai colori azzurri. In particolare, la specialità del due con ha scritto la storia olimpica del nostro Paese grazie soprattutto a Giuseppe e Carmine Abbagnale, accompagnati dal timoniere Peppiniello Di Capua. Ben prima di loro però, a fare da precursori della disciplina, ci furono i rematori veneziani Ercole Olgeni e Giovanni Scatturin ed il timoniere Guido De Filip. Questa fu la squadra italiana che si presentò ai Giochi di Anversa 1920, quando il due con tornò a far parte del programma olimpico dopo l’edizione di Parigi 1900. Nella località belga, alla gara del due con si presentarono quattro Nazioni: la favorita Francia, Belgio, Svizzera e appunto Italia.
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La squadra tricolore schierava un mix di esperienza e gioventù. Il timoniere De Filip infatti, si presentò in Belgio non ancora sedicenne, mentre i due rematori del circolo Bucintoro avevano già maturato una certa esperienza internazionale. Scatturin, classe 1893, si tolse la soddisfazioni di salire sul podio europeo ad Ostenda 1910, dove vinse l’argento nell’otto con e dove si unì per la prima volta con Olgeni, un sodalizio che negli anni successivi si rivelò assolutamente vincente. Olgeni, classe 1883, era il più esperto e nel palmares vantava già otto medaglie continentali, di cui tre del metallo più pregiato: nel due con a Pallanza 1906 (assieme a Scipione Del Giudice ed il timoniere Mion), nel quattro con a Lucerna 1908 (con Mario Tres, i fratelli Del Giudice, Brenno e il timoniere Mion) e nuovamente nel due con a Como 1911 (in coppia con Enrico Bruna, timoniere Graziadei).
Come detto però, alle Olimpiadi di Anversa 1920, i favori del pronostico erano tutti per i transalpini, anche se i campioni europei in carica Giran/Plè lasciarono la gara del due con ai connazionali Poix/Bouton per dedicarsi al due di coppia. Nonostante fossero solo quattro le squadre al via, si disputarono comunque le batterie: nella prima, l’Italia prevalse sul Belgio con il tempo di 8’10″0, nella seconda la Francia fermò il cronometro in 9’15″0, mentre nell’ultima gli svizzeri Edouard Candeveau ed Alfred Felber tagliarono il traguardo in 8’50″0. Date le circostanze, i tempi furono assolutamente poco indicativi del reale stato di forma dei quattro team.
Infatti, la finale del 29 agosto si rivelò una lotta sul filo del rasoio. Sul Canale Willebroe, furono gli svizzeri a mettersi al comando, salvo poi essere presto superati da Poix/Bouton, che mantennero a lungo la testa della gara. Però si sa che gli italiani quando non godono dei favori del pronostico danno il meglio. E allora ecco, che nel tratto finale l’imbarcazione tricolore aumentò il ritmo riuscendo ad anticipare di appena un secondo transalpini, che a loro volta superarono di un soffio Candeveau/Felber. Il tempo di 7’56″0 regalò così il primo titolo olimpico della storia al canottaggio italiano. A rendere ancor più epica quella vittoria, fu l’esultanza dei due rematori italiani: i fotografi dell’epoca riuscirono ad immortalare il bacio tra i due. Non un immagine comune ai giorni d’oggi, figuriamoci nel 1920. Insomma, Olgeni e Scatturin, lontani dai riflettori, furono precursori non solo della storia del canottaggio italiano.
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