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Wuhan si prepara alla “battaglia dei 10 giorni” contro il Covid-19: effettuare i test dell’acido nucleico in così poco tempo agli 11 milioni di residenti, ultima misura draconiana contro la temuta seconda ondata di contagi. Sono stati sufficienti le sei nuove infezioni rilevate nel fine settimana, dopo che per ben 35 giorni non se ne era registrata neanche una, per far scattare l’allarme nella città focolaio della pandemia del coronavirus. Ogni distretto ha dovuto presentare un piano di azione dettagliato già oggi, in base alle disposizioni del quartier generale per la Prevenzione e il Controllo, tenendo nel dovuto conto che “i risultati finora ottenuti nella lotta alla pandemia non significano un declassamento” dell’emergenza. Wuhan è stata in lockdown totale dal 23 gennaio per stroncare la diffusione del contagio del Covid-19: solo l’8 aprile è stato rimosso per dare il via al lento e graduale ritorno a una vita normale con la riapertura delle scuole, la ripresa delle attività produttive e il ripristino dei sevizi pubblici. L’emergere, a sorpresa, dei nuovi casi ha fatto impennare l’allerta. Il piano, riportato dai media statali, prevede che le persone anziane e le comunità densamente popolate siano le prime a essere sottoposte ai test. Diversi funzionari sanitari citati dal Global Times, tuttavia, hanno indicato come irrealizzabile e costosa una mappatura totale dell’intera città.
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