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Urbano Cairo, presidente di RCS e del Torino calcio, pochi giorni fa aveva dichiarato che gli affari andavano alla grande, nonostante l’emergenza coronavirus: “L’ascolto di La7 sta esplodendo, il traffico del Corriere.it, le vendite delle copie… Tutte cose che colpiscono. La gente sta a casa, ma vuole fare delle cose. Ci sono tante persone che comprano da casa. Tante aziende stanno vendendo di più. Facciamogli proposte pubblicitarie. Sono tutti molto interessati. Se tutti operiamo con questo tipo di voglia, vedrete che faremo meglio dello scorso anno. Incredibile a dirsi, ma lo faremo. Ho visto che stiamo tenendo“. In poco tempo però, la crisi ha colpito anche le aziende di Cairo, che ha risposto alle critiche ricevute tramite il suo profilo Instagram: “Mi dispiace, non ho tempo per “vergognarmi” come molti chiedono. Non vendo mascherine al triplo del prezzo, non fabbrico finta amuchina, faccio l’editore di giornali e tv di qualità, che assicurano al Paese la giusta e libera informazione in un momento difficile come questo. Per farlo, ho bisogno della pubblicità“.
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“Non ho chiuso un programma televisivo, né uno solo dei miei giornali” prosegue Cairo, “sento su di me la responsabilità quotidiana di migliaia di posti di lavoro. C’è da mettere le mani nel fango? Ce le metto volentieri. Il video che è uscito era una riunione di spogliatoio. Non doveva essere pubblicato. E nello spogliatoio per motivare si dicono anche cose che possono sembrare discutibili. Mi scuso per le persone citate. Avevo bisogno di dare fiducia per tentare di raggiungere l’obiettivo. E l’obiettivo è salvare le aziende e salvare i lavoratori che le costruiscono tutti i giorni. Perché ci sarà anche un “dopo” questi giorni orrendi e non vorrei che questo “dopo” fosse ancora peggio di oggi. Se ce la faremo, ce la dovremo fare tutti assieme. Questo è sempre stato il mio obiettivo: salvare tutti i posti di lavoro“.
“Devo usare metodi “poco educati”? Devo essere diretto nella comunicazione? Me ne prendo la responsabilità. Come quando sono andato quasi un mese fa ospite dalla Gruber per dire che andava chiuso il Paese per salvarlo. Anche lì giù critiche e distinguo” spiega Cairo, che conclude dicendo: “Mi dispiace, dico e faccio quello che penso perché domani ci sia ancora terra da coltivare e da mangiare per tutti. Questo è il mio compito di imprenditore e di editore che non ha altro interesse che questo, che non ha mai interferito con il libero lavoro delle proprie testate e tv, facendo della loro autonomia il suo unico credo“.
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