Come spiega la stampa a stelle e strisce, il ddl prende il nome di “Legge sulla protezione delle donne e delle ragazze nello sport”, e modificherebbe il Titolo IX, la legge federale che vieta la discriminazione basata sul sesso nelle scuole e nei college K-12 (ovvero il percorso che inizia con le elementari e termina con il diploma) che ricevono fondi federali. Questi fondi verrebbero ritirati nel caso le scuole non dovessero rispettare questa regola.
Questo disegno di legge anti-atleti trans vieterebbe agli atleti transgender di competere negli sport maschili e femminili cisgender. Secondo i dati Centers for Disease Control and Prevention, organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Usa, circa il 3% degli studenti delle scuole superiori statunitensi si considera transgender. Sono venticinque inoltre gli Stati Usa dotati di leggi che limitano la partecipazione di studenti e atleti transgender alle competizioni, secondo il Movement Advancement Project.
Le voci a favore del ddl
In California Kate Sanchez, membro dell’assemblea dello Stato, aveva già annunciato l’intenzione di proporre una legge a sostegno delle dello sport femminile, vietandone il permesso ad atlete trans: “Le giovani donne che hanno trascorso anni ad allenarsi e a sacrificarsi per competere ai massimi livelli, sono ora costrette a competere contro individui con innegabili vantaggi biologici. Non è solo ingiusto, è scoraggiante e pericoloso“. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato repubblicano Greg Steube, che ha promesso di ‘salvare’ le donne reintroducendo la legge sulla protezione delle donne e delle ragazze nello sport: “Gli uomini non hanno posto negli sport femminili“, ha affermato.
Le voci contrarie
Nel frattempo oltre duecento gruppi nazionali organizzati sotto il nome di Leadership Conference on Civil and Human Rights hanno scritto una lettera ai membri del congresso: “Lo sport scolastico è molto spesso al centro delle comunità in tutto il paese, e negare ai giovani transgender, non binari e intersessuali l’opportunità di partecipare serve solo a negare loro l’opportunità di farne parte“. Su WPR (Wisconsin public radio), il direttore esecutivo del gruppo di difesa LGBTQ+ Fair Wisconsin, Abigail Swetz, ha dichiarato che il disegno di legge di Johnson non è una protezione delle donne: “Sono i politici che usano una percentuale molto piccola della popolazione in un gioco davvero grossolano. E penso solo che l’idea di usare il desiderio di appartenenza di qualcuno come motivo per costringerlo a non farlo, sia davvero pericoloso“.