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In Sicilia si è verificato uno strano caso: una comunicazione fatta dalla Regione alla protezione civile nazionale aveva indicato ben altro: 637 positivi al coronavirus nell’isola. Secondo ulteriori dati, invece, i positivi sarebbero 153.
Il governo regionale, attraverso una nota, ha voluto fare una precisazione: “Il calo consistente del numero dei contagiati proviene dal delicato processo di allineamento dei dati relativi all’emergenza curato dall’osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione delle Asp”.
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“Tale procedura condotta in maniera analoga anche in altre Regioni del Paese, e’ stata avviata gia’ nelle scorse settimane per avere un quadro preciso della situazione relativa ai soggetti attualmente positivi. Va ricordato che dall’inizio dell’emergenza, la Sicilia, attenendosi scrupolosamente alle linee guida ministeriali, oltre a trasmettere alla Protezione civile i dati provenienti dai laboratori, dagli ospedali e dai dipartimenti delle Asp, ha caricato i record su una piattaforma informatica predisposta dall’ISS. La procedura, appena ultimata, ha pertanto permesso l’allineamento dei due flussi tenendo conto delle progressive guarigioni cliniche di cittadini che sono stati singolarmente ricontrollati e dei tamponi”, viene chiarito nella nota.
Il PD ha subito lanciato un attacco nei confronti del governatore della Regione, Nello Musumeci: “La notizia dei ‘conti sbagliati’ dei malati Covid, per la quale il governo Musumeci sembra quasi esultare, se da un lato ci conforta poiche’ il numero di soggetti positivi nell’isola e’ piu’ basso di quello inizialmente comunicato, dall’altro e’ assolutamente preoccupante: ma come puo’ il governo Musumeci avere sbagliato a contare i malati? Ci rendiamo conto delle conseguenze determinate da questo calcolo errato? In che mani e’ la Sicilia? A causa del conteggio sbagliato si e’ determinato un allarme evidentemente sovradimensionato che ha portato alla paralisi delle attivita’ commerciali con provvedimenti drastici di chiusura che in Sicilia sono andati anche al di la’ di quelli indicati dal governo nazionale. Ma cosa ancora piu’ grave e’ che l’intero sistema sanitario regionale e’ stato ‘tarato’ sull’emergenza Covid piu’ di quanto fosse necessario: questo ha spostato intere strutture e risorse sanitarie sulla cura al Coronavirus, rinviando o congelando gli interventi ‘ordinari’ per patologie anche gravi. Cosi’ oggi ci troviamo con malati ‘non-Covid’ che non sono stati curati nel modo adeguato, con esami rinviati, diagnosi tardive, ospedali ‘dedicati’ e non ancora ‘riconvertiti’ con enorme dispendio di fondi pubblici, liste d’attesa ingolfate, e ci vorranno mesi per un ritorno alla normalita’”.
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