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Vittorio Sgarbi si è scagliato contro la vicepresidente della Camera dei Deputati, Mara Carfagna, durante un’intervista rilasciata di recente a Libero Quotidiano dopo essere stato espulso per intemperanze e insulti a due deputate dell’Aula di Montecitorio. Il famoso e chiacchierato critico d’arte, opinionista tv e parlamentare non si è pentito di nulla: “Prima di tutto le registrazioni audiovisive non confermano le sue dichiarazioni e la bozza del resoconto stenografico registra, all’indirizzo di nessuno, un “vaffan**lo” – ha detto Sgarbi -, omaggio istituzionale a Grillo; e un “t**ia” da interpretarsi evidentemente come “troian” che, trattandosi di intercettazioni, era il tema della discussione. È incredibile, poi, che parlino di buona educazione, di ‘parolacce e insulti volgari’ e invochino la loro condizione femminile, e non quella di persone, per di più “deputata”, due donne che hanno usato il loro corpo in fotografie e calendari e oggi fanno la morale, parlano di buona educazione”.
“Una esponente minore del M5S, partito che è fondato sul “vaffa**lo” e sugli insulti programmatici (“psiconano” a Berlusconi ,”cancronesi” a Umberto Veronesi) di Grillo, mi ha dato del maleducato – ha continuato Sgarbi -, dicendo che non dovrei stare in Parlamento. Proprio lei che, dopo lo scandalo dei filmati hard (girati con il suo compagno), è stata allontanata dalla presidenza della Commissione giustizia della Camera dei deputati, tale Giulia Sarti. E poi c’è la Carfagna che è, documentatamente, la causa del declino di Berlusconi e della rivolta della moglie Veronica Lario che, per causa sua, chiese la separazione e ne denunciò la concezione “maschilista” (guarda un po’) in due lettere su Repubblica”.
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Il chiacchierato critico d’arte ha poi sottolineato: “Le prove ci sono. Mi assumo la responsabilità di quello che dico. La Carfagna è la promotrice della legge sulla prostituzione minorile che portò alla condanna di Berlusconi, consegnandolo ai giudici per lo stesso reato per cui fu assolto Pasolini. È lei alla origine delle indagini persecutorie su Berlusconi. E poi è indubbio che la crisi tra Silvio e Veronica divenne irrecuperabile quando lui dichiarò pubblicamente che, se fosse stato libero, avrebbe sposato Mara. Non sono battute sulle quali una moglie passa sopra”.
“Perché ce l’ho tanto con Mara Carfagna? Io, diversamente da lei, ho iniziato a fare politica prima di Berlusconi – ha concluso il deputato -, e l’ho difeso (anche da lei), come ho fatto con Gardini, con Craxi (contro Di Pietro) e con Andreotti (contro Caselli); e ho sempre pagato di persona, come attestano innumerevoli processi per aver detto la verità. Altroché opportunismo. In ogni caso, l’ipocrisia è diffusa”.
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