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“Bisogna procedere ad un allentamento delle misure e in questa maniera si potrà preservare il tessuto produttivo. Il motore del Paese deve ripartire, ma serve un piano articolato“. Sono queste le parole del premier Giuseppe Conte riguardo la ‘Fase 2′ durante l’informativa al Senato nel pomeriggio di martedì 21 aprile. “L’imprudenza in questa fase può compromettere i sacrifici fatti finora – ha spiegato Conte che poi ha precisato – Ma come avverranno le riaperture? Prima le regioni meno colpite dal virus e poi le altre? Sono in programma aperture omogenee su base nazionale“.
APP IMMUNI – “Il Governo punta al rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie. Il tracciamento con l’app Immuni è necessario per evitare la diffusione del virus. Ma il suo utilizzo sarà su base volontaria e non ci saranno limitazioni per chi non la scarica“.
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CRISI ECONOMICA – “L’emergenza incide sulle fasce più fragili e gli interventi programmati finora non sono sufficienti. Si rischia di creare una nuova povertà. Per questo gli interventi economici dovranno essere più incisivi. Il Governo invierà a brevissimo al Parlamento un’ulteriore relazione con una richiesta di scostamento di bilancio pari a 50 miliardi di euro, con intervento complessivo che, sommando i precedenti 25 miliardi, sarà non inferiore a 75 miliardi“.
LE MASCHERINE – “Nella fase 2 bisognerà continuare a rispettare il distanziamento sociale e sarà promosso l’utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non saranno disponibili una terapia o un vaccino. Sono previste delle modifiche sul distanziamento sociale“.
MES E UNIONE EUROPEA – “L’Unione europea e l’Eurozona non possono permettersi di ripetere gli errori commessi nella crisi finanziaria del 2008, quando non si riuscì a dare una risposta comune. E’ un rischio che non ci possiamo permettere di correre perché il fallimento nel produrre una risposta adeguata e coraggiosa provocherebbe un grave danno allo stesso progetto europeo. Rifiutare la linea di credito che offre sarebbe un torto agli altri Paesi, ma l’Italia ha bisogno di altro. I criteri del Mes sono inaccettabili per la natura di questa crisi“.
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