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Paola Pedrini (Fimmg): “La situazione a Bergamo non è cambiata, ci vorrà del tempo”

La situazione a Bergamo, una delle province lombarde più colpite dal nuovo coronavirus, al momento non è cambiata. Per vedere gli effetti delle misure di distanziamento sociale ci vorrà del tempo“. A sostenerlo è Paola Pedrini, segretario della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale Lombardia. “I numeri fanno ancora paura – ha precisato Pedrni all’AdnKronos Salute – Noi medici di famiglia abbiamo parecchi malati a domicilio da seguire: ognuno riceve da 70 a 100 telefonate al giorno di persone che hanno tutti sintomi compatibili con la Covid 19, chi in forma più lieve e chi più severa. I contagi sommersi, che non entrano nelle statistiche dei casi confermati, sono tantissimi visto che i tamponi non si fanno. Se nelle prime settimane potevamo stimare che i malati reali fossero 5 volte di più, ora sono 10 volte di più senza dubbio“.

Inoltre Pedrini ha puntualizzato che i dati che ogni giorno vengono divulgati non sono attendibili al 100% poiché qualche decesso sfugge alle statistiche ufficiali: “I numeri reali sono tutt’altra cosa. Pure tanti decessi sfuggono alle statistiche ufficiali. Sono i pazienti che muoiono a casa. Anche i giovani si ammalano e non è una novità – puntualizza Pedrini – A Bergamo ogni medico di famiglia ha indicativamente una media di 3 pazienti trentenni con sospetta polmonite bilaterale. Ormai i casi li identifichiamo bene solo con il dato clinico. E’ attendibile stimare circa 1.800 pazienti di questa età. Ovviamente i giovani pazienti con polmonite sono molti di meno rispetto a chi ha da 50-60 anni in su, ma anche i rianimatori hanno detto da subito che capitavano casi“. “Questo è solo per dire che tutti devono mantenere l’allerta – conclude Pedrini – e tutti devono seguire le indicazioni per il contenimento del contagio. Nessuno si può sentire tranquillo o immune“.

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