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Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria. Sono queste le cinque regioni considerate ad alto rischio nell’ultimo monitoraggio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 26 febbraio. Mentre l’Rt rimane stabile in Italia sullo 0.99 (range 0.93-1.03), nell’ultimo monitoraggio le regioni a rischio sono cresciute da una a cinque mentre diminuisce il numero di quelle classificate a rischio moderato o basso. Inoltre “dieci Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni e province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno” si legge nella bozza del monitoraggio relativa alla settimana 15-21 febbraio.
“L’epidemia dopo un iniziale lento peggioramento, entra questa settimana nuovamente in una fase in cui si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale – prosegue l’analisi –. Alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari“.
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