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“Nella prima e nella seconda ondata pandemica, in 60 giorni, si può calcolare con una piccola approssimazione lo stesso numero di decessi. Non abbiamo imparato nulla. Per evitare che si ripeta lo stesso scenario nella eventuale terza ondata bisogna cambiare strategia, anticipando le misure invece di arrivare dopo. Perché prolungare i tempi di intervento cambia anche numericamente l’effetto”. Lo ha detto, ai microfoni di Adn Kronos salute, Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Negli ultimi due mesi, sui dati di ieri, abbiamo avuto 29.430 morti – ha detto il matematico -. Nella prima ondata, dall’8 marzo al 6 maggio i decessi erano 29.451. Eppure, nell’ultimo periodo abbiamo avuto più informazioni per affrontare il problema. Cambiare strategia è decisivo. Fino ad oggi, infatti, il trend è stato quello di prendere le misure di contenimento all’ultimo minuto, probabilmente anche per ridurre le tensioni sociali. Serve invece anticipare l’edipemia: introdurre le misure prima che diventino necessarie, come ha fatto la Germania. E serve far capire ai cittadini che anticipare ci costa di meno, sia in termini di morti sia in termini economici“.
“Secondo i miei calcoli – afferma Sebastiani – ritardare di due settimane il lockdown può portare a un raddoppio dei contagiati e dei morti”.
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