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Marche, anziana col Covid dimessa di notte e da sola: “L’ospedale non è un albergo”

Ambulanza - Foto Luigi Chiesa CC BY SA 3.0

Shock a Civitanove Marche per quanto successo nella notte tra sabato e domenica, quando un’anziana signora di 84 anni, ricoverata per presunto Covid, era risultata negativa al tampone rapido e, su insistenza del figlio, era stata sottoposta al molecolare e risultata positiva. A questo punto, dopo alcune ore di ricovero, in piena notte la donna è stata dimessa dall’ospedale nonostante poche ore prima la sua situazione clinica era stata considerata oggetto di attenzioni per possibili complicazioni.

A denunciare il tutto è il figlio della signora: “Ore 00.05 di domenica 8, a distanza di sole 6 ore dall’ultimo bollettino, mia madre mi ha informato che sarebbe stata rimandata presso la sua abitazione, dove, giova ricordare, vive in solitudine. Ho quindi contattato immediatamente la responsabile che aveva assunto tale decisione per avere ragguagli in ordine ad una scelta, a mio modesto parere, fuori da ogni logica sanitaria innanzitutto, ma anche umana e legale. La dottoressa, di cui non rammento il nome, li presente a quell’ora, ha affermato che servivano posti, mentre mia madre poteva starsene a casa «che l’ospedale non è un albergo», che le aveva segnato una cura ed il problema era il mio e avrei dovuto provvedere ad informare il suo medico di famiglia perché le strutture all’esterno denominate Usca coprono il territorio. Ci tengo a precisare che io, unico parente prossimo, non posso muovermi di casa perché in quarantena. La decisione presa dalla dottoressa è stata comunque di dimetterla, anche se le condizioni di salute che mi erano state prospettate solo 6 ore prima, mi hanno fatto apparire questa scelta azzardata. Oltretutto, essendo domenica, il suo medico curante non era neanche disponibile per attivare le varie procedure. Di seguito come se nulla fosse ribatteva che era mia madre per cui dovevo pensarci io, nonostante fosse ormai l’1 di notte. Alla fine è stata trasportata a casa da un’autoambulanza. Successivamente non è stata visitata da nessuno né durante la giornata di domenica, né lunedì 9, quando ho informato il medico curante per attivare le procedure. Lo stesso medico curante mi ha riferito che, a causa dei troppi casi e quindi dell’eccessivo carico lavorativo, le Usca non sarebbero riuscite a visitare mia madre nella giornata di lunedì. Ad oggi non solo mia madre non è stata visitata da nessuno, ma non riceve neppure le minime cure farmacologiche, in quanto le farmacie sono sprovviste dei farmaci e ossigeno e io non posso muovermi di casa”.

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