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“Ognuno di noi deciderà se andare allo schianto o cercare di salvare la propria vita e quella dei cittadini. La fase della convivenza l’abbiamo vissuta e finisce con oggi, adesso con otto positivi dobbiamo aprire un piccolo ‘warning’. Non diffondo allarmismi, in questa condizione epidemiologica non è il caso, ma dico ai cittadini di fare attenzione”. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, parla così in merito a una possibile reinfezione lungo il territorio regionale dopo che nella giornata di martedì 30 giugno sono state riscontrate 8 nuove positività al Covid-19. “Noi continuiamo ad avere la preoccupazione della reinfezione, peraltro oggi abbiamo 5 ricoverati in più, 35 persone in isolamento in più e 8 positivi in più – ha spiegato Zaia durante il consueto punto stampa -. Tra gli otto positivi c’è una coppia di Selvazzano di 80 e 65 anni, il marito è stato ricoverato in malattie infettive ma ha sintomi lievissimi. Poi c’è una signora di 90 anni della casa di riposo di San Pio X di Cordignano, qui c’è un focolaio attivo rappresentato da tre positivi. Infine ci sono madre e figlio stranieri residenti a Vicenza, un ricoverato di 39 anni di Padova a malattie infettive, anche questo con sintomi lievi, e poi un signore di Bergamo di 72 anni che ha eseguito il tampone in ambito ospedaliero”. E ancora rivolgendosi ai cittadini: “La festa della liberazione non funziona, la sanità del Veneto ha consegnato un Veneto pressoché in ordine dopo tre mesi di lockdown, di terapie e di attività . Il mondo della sanità del Veneto ha riconsegnato la macchina con tagliando ai veneti. A differenza di febbraio-marzo però oggi abbiamo le spiagge piene, oggi non c’è freddo ma c’è caldo e l’assembramento è qualcosa che viene spontaneo. Io non ho nulla contro i comportamenti umani ma ce l’ho nei confronti dei quali non rispettano neanche le minime regole”.
Il governatore prosegue: “Sappiate che questi indicatori per me non sono buoni: otto contagiati in più e trentacinque persone isolate per me non sono un momento di vanto. Qualcuno dice che statisticamente è un fatto isolato ma in una condizione ottimale il fatto isolato non ci deve stare. Se siamo prima della tempesta ci stiamo predisponendo tutti per ritrovarla e metterci nei guai”. “Vedo che si ritorna a stringere le mani, evitiamolo – prosegue Zaia -. Voglio anche ricordare che il virus vive sulle superfici. Igienizzazione, mascherina e distanziamento sociale: questo è l’ABC. Non vorrei che qualcuno pensasse che questa diventi una partita di natura antibiotica, non è così. Di Coronavirus si muore e le persone defunte non sono tutti anziani, fermo restando che tutti hanno il diritto di vivere”.
La chiosa finale: “Nessuno di noi ha alibi: il virus non va aiutato e ci sono persone che lo sta aiutando. A me inquieta che ci sono cittadini che mi chiedono quando non potranno portare più la mascherina: sicuramente è una rottura di scatole ma non è un vezzo, non è una coercizione, è una necessità , è un salvavita. Se lo si vuole capire bene, sennò la contabilità la faremo alle porte dell’ospedale”, ha concluso Zaia.
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