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Le motivazioni alla base dell’affermazione sportiva delle squadre nazionali sono storiche, politiche e geografiche. I conflitti che hanno attraversato l’Italia hanno lasciato in eredità al nostro Paese tradizioni vincenti soprattutto nella scherma e nel tiro a volo. La prima è presente dalle Olimpiadi di Atene 1896 dove già nelle prime edizioni vi sono le tre discipline cardine, cioè fioretto, sciabola e spada. Rispetto alla gran parte delle altre discipline, inoltre, relativamente presto vi è stata l’introduzione degli eventi femminili (nel 1924 il fioretto, nel 1996 la spada e nel 2004 la sciabola).
Nel medagliere aggiornato ai tornei olimpici di scherma che si sono svolti a Rio de Janeiro nel 2016 l’Italia si classifica prima con un totale di 125 medaglie conquistate di cui 49 ori, 43 argenti e 33 bronzi, al secondo posto troviamo la Francia con un bottino complessivo di 118 riconoscimenti e al terzo l’Ungheria con 87 (il suddetto medagliere non comprende gli otto eventi che si sono svolti alle Olimpiadi estive di Atene nel 1906 poiché queste non sono stati ufficialmente riconosciute dal Comitato Olimpico Internazionale).
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Per quanto riguarda il tiro a volo in quattordici edizioni dei Giochi l’Italia ha vinto nove medaglie d’oro, otto di argento e otto di bronzo e ha ottenuto anche tanti successi tra campionati del mondo, coppe del mondo e campionati europei. La variegata conformazione geografica della Penisola ha peraltro favorito anche l’affermazione di grandissimi campioni nel ciclismo su strada e nel motociclismo: da Fausto Coppi a Gino Bartali, da Giacomo Agostini a Max Biaggi fino a Valentino Rossi per citarne solo alcuni. Ma l’Italia è leader mondiale in sport come le bocce, negli sport su rotelle e nel nuoto di salvamento.
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